Un fenomeno delicato e radicato che da diversi anni è oggetto di studio da parte del Dottor Emanuele Giuseppe Adiletta, esperto di balbuzie ed attivo nel settore della riabilitazione del linguaggio del balbuziente, nonché grande promotore di un progetto di supporto e di prevenzione della balbuzie destinato alle scuole primarie sulla totalità del territorio italiano.
Al dottor Adiletta abbiamo chiesto di rispondere ad una domanda apparentemente semplice: quali sono i fattori scatenanti delle balbuzie?
“Tendenzialmente l’incapacità di gestire quello che sta accadendo mentre si parla, – spiega il dottor Adiletta – la persona è accurata nel predire quando balbettare perché ha una memoria dei propri blocchi ed una memoria delle volte in cui è riuscito ad evitarli il problema è che questi due sistemi collegati non funzionano sempre con l’aumentare dell’ansia.
Prendiamo il termine “Casa”, molto probabilmente usando il sinonimo Dimora si riesce a ridare fluenza alla parola evitando il blocco, ma in verità può funzionare solo per un breve lasso temporale in quanto il processo di pensare a quello che si dice a come dirlo ed ad evitare i blocchi sovraccarica la cognizione della persona creando, inoltre, un aumento dell’ansia percepita quindi, anche se la persona riesce a non balbettare sulla parola che ha identificato come critica, molto probabilmente balbetterà su una parola non critica.
Questa mancanza di controllo aumenta i blocchi creando la sensazione che parlare e tutto ciò che è collegato a questa azione sia dannoso per l’immagine di sé, quindi anche la scelta del lavoro, nella maggior parte dei casi è dettata dal non utilizzo della parola, anche se il sogno e le attitudini erano quelle di diventare, ad esempio, un Avvocato.
Lo stress del balbuziente, per concludere la domanda, è dettato dalla memoria negativa che caratterizza il balbuziente e dall’incapacità di replicare i momenti positivi creando, quindi, un circolo che allontana la persona con balbuzie dal mondo della parola ed avvicinandolo allo stretto necessario. Sono tante le situazioni in cui una persona con balbuzie vorrebbe dire la propria, ma o resta in silenzio o dice ciò che non pensa pur di non balbettare, ad esempio, dire una barzelletta senza diventare la barzelletta stessa è molto difficile, allora perché dirla?
Ancora, andare a prendere un caffè al bar o andare dal benzinaio come altri compiti di routine diventano pensieri ossessivi, ai quali si pensa dal momento in cui si sa di dover adempiere a quel compito, magari perché dire che si vuole una coca cola è sempre motivo di blocco ed allora per non balbettare si dice di volere una fanta, quando magari
quella fanta non piace neanche.
La balbuzie non domina solo chi sei, ma anche le tue scelte, in un certo senso determina chi sarai e il modo in cui affronterai le situazioni.”