I Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito sequestri in danno di diversi soggetti indebitamente percettori del beneficio e legati a più clan camorristici della città di Napoli e provincia.
L’operazione è scatta alle prime luci dell’alba di lunedì 2 gennaio a Torre Annunziata, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Vico Equense, Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Volla e Pontecagnano. Eseguito il sequestro preventivo per decine di migliaia di euro per indebita percezione del reddito di cittadinanza nei confronti di soggetti legati ai clan camorristici “D’Alessandro”, “De Luca Bossa-Minichini”, “IV Sistema”, “Batti”, “Di Gioia-Papale” operanti nell’area orientale di Napoli, in quella vesuviana, oplontina e stabiese.
Sul versante orientale, tra i congiunti legati agli affiliati al clan Minichini-De Luca Bossa che hanno percepito in maniera indebita il reddito, figura la convivente di Alessio Bossis, il 22enne assassinato in un agguato di matrice camorristica lo scorso 24 ottobre i un’area parcheggio di Volla, suo comune di residenza. Malgrado la giovane età, Bossis ricopriva un ruolo cruciale nell’ambito del contesto malavitoso orientale, tant’è vero che il suo nome figura nell’elenco delle persone arrestate lo scorso 28 novembre, nell’ambito del blitz che ha decapitato la cosca della quale il 22enne era parte integrante.
Secondo la Dda, Bossis, sarebbe stato tra gli autori della “stesa” messa a segno in Piazza Trieste e Trento di Napoli, nel 2019. La donna, M.C.T., avrebbe intascato, senza averne diritto, quasi 13mila e 500 euro tra il marzo 2020 e l’agosto del 2021.
Come gli altri indagati la donna ha omesso di dichiarare che il “familiare convivente”, cioé Bossis era sottoposto a una misura cautelare. Scarcerato lo scorso maggio e sottoposto alla sorveglianza speciale con divieto di allontanarsi da Volla, suo comune di residenza, Bossis fu arrestato ad agosto, perchè sorpreso nel rione De Gasperi di Ponticelli – uno degli arsenali della camorra locale – e poi scarcerato pochi giorni dopo perchè il suo avvocato dichiarò che il giovane fosse diretto al vicino ospedale del Mare per sottoporsi ad una visita medica. Il 22enne, in pochissimo tempo, era riuscito a ritagliarsi un ruolo cruciale all’interno dell’organizzazione, così comprova l’agguato in cui ha perso la vita ad ottobre. Una vera e propria esecuzione. Un mese dopo la morte, Bossis è stato scagionato per la stesa compiuta nel 2019 nel cuore di Napoli per l’inutilizzabilità delle intercettazioni che lo inchiodavano. La sua libertà sarebbe durata poche ore perchè il 28 novembre sarebbe finito nuovamente in carcere.
Dietro le sbarre, invece, è finito il suo fedelissimo Ciro Postiglione ed anche una sua giovane familiare è andata incontro allo stesso destino della convivente di Bossis: la ragazza avrebbe incassato, indebitamente, 5.290,03 euro, tra aprile 2019 e febbraio 2020.