La trasmissione di Italia 1 “Le Iene” è tornata ad occuparsi del “massacro di Ponticelli”: il duplice omicidio di due bambine, Barbara Sellini e Nunzia Munizzi, avvenuto nel rione Incis di Ponticelli il 2 luglio 1983. Le due bambine furono violentate ed uccise, infine, i corpicini furono dati alle fiamme. Per quel duplice omicidio furono condannati all’ergastolo tre ragazzi: Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo che potrebbero essere vittime di uno dei più clamorosi errori giudiziari della storia italiana.
Dopo il primo servizio, finalizzato a ricostruire lo scenario in cui maturò l’omicidio e le relative indagini, fortemente compromesse dai metodi poco ortodossi con i quali i soggetti informati sui fatti venivano interrogati, Giulio Golia e Francesca Di Stefano hanno spiegato come e perchè il caso sia stato esaminato di recente dalla Commissione Parlamentare Antimafia che si è espressa all’unanimità in merito alla necessità di richiedere una revisione del processo, in virtù delle plurime incongruenze che trapelano dagli atti giudiziari, unitamente all’esigenza di far luce sul ruolo ricoperto dalla camorra nell’istruire i testimoni che di fatto hanno determinato la condanna all’ergastolo dei tre ragazzi.
Oltre alla criminologa Luisa D’Aniello e all’investigatore Giacomo Morandi che non hanno mai smesso di cercare prove utili ad implementare il già corposo faldone che raccoglie gli elementi che scagionano i tre ragazzi, anche la giornalista Luciana Esposito, direttrice di Napolitan.it e autrice del libro “Nell’inferno della camorra di Ponticelli” ha rilasciato un’intervista a Giulio Golia, in cui rivela l’esito delle indagini condotte dagli emissari ponticellesi della NCO di Raffaele Cutolo e riportate anche nel suo libro.
Il ruolo della camorra, nell’intera vicenda, ricoprì un’importanza cruciale: il codice d’onore imposto dal boss di Ottaviano, infatti, prevedeva la pena di morte per gli autori di infanticidi e per i pedofili. Pochi anni prima del “massacro di Ponticelli”, a Sant’Anastasia venne assassinato l’uomo identificato dagli emissari di Cutolo come l’autore dell’omicidio della piccola Raffaella Esposito, la 13enne rapita e il cui cadavere fu ritrovato in un pozzo il 13 marzo del 1981.
Il coinvolgimento della camorra nel determinare le circostanze che portarono alla condanna all’ergastolo dei tre ragazzi trapela chiaramente dalla ricostruzione dei fatti mandata in onda nel corso della puntata de “Le Iene” dello scorso 24 gennaio.