Nei contesti come Ponticelli, le dinamiche camorristiche sono perennemente altalenanti.
Un blitz o un omicidio possono ridisegnare radicalmente lo scenario e sovvertire i ruoli. Così, chi prima era incudine, diventa martello. E viceversa.
Per comprendere come e quanto tale affermazionetrovi riscontro nella realtà, basta pensare che un anno fa, il 4 aprile del 2022, i De Micco si vedevano costretti a fare i conti con una sonora stangata: l’arresto del boss Marco De Micco e degli altri giovani affiliati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dell’omicidio di Carmine D’Onofrio, il 23enne figlio naturale di Giuseppe De Luca Bossa. Un delitto che consacrò l’ascesa di Marco De Micco che riuscì a riappropriarsi di Ponticelli, pochi mesi dopo la sua scarcerazione. Il boss, fondatore dell’omonimo clan, ha trascorso appena un anno lontano dal carcere: da marzi del 2021 ad aprile del 2022.
Il suo arresto sancì l’inizio di una nuova faida: i rivali del clan De Luca Bossa seppero approfittare di quel momento di vulnerabilità per riaprire le ostilità, forti della scarcerazione di Christian Marfella, fratellastro di Antonio De Luca Bossa, fortemente intenzionato a vendicare l’assassinio di Carmine D’Onofrio, ma anche quello del nipote Antonio Minichini, figlio di sua sorella Anna De Luca Bossa, ucciso dai De Micco nel 2013, all’età di 19 anni.
Una lunga stagione di sangue e di spari, terminata lo scorso novembre, quando sono finiti in carcere affiliati e figure di spicco dell’alleanza costituita dai Minichini-De Luca Bossa-Schisa-Aprea-Rinaldi.
Un blitz fece vacillare i De Micco, un altro blitz ne ha favorito il ritorno in auge, nell’arco di pochi mesi.
Alla vigilia del primo anno da recluso del boss Marco De Micco, le figure più autorevoli del suo clan potrebbero aver consacrato l’egemonia del clan, ancora una volta, mettendo la firma su un delitto eccellente: quello di Bruno Solla, fedelissimo ras dei De Luca Bossa, nonché fratello di Salvatore Solla, anche lui andato incontro allo stesso destino: ucciso in un agguato di camorra nel fortino del clan De Luca Bossa, il rione Lotto O.