Avrebbe compiuto 64 anni il prossimo 17 settembre Federico Salvatore, il cantautore e cabarettista deceduto oggi, mercoledì 19 aprile.
Nato a Napoli nei pressi di Via Santa Teresa degli Scalzi, inizia a suonare la chitarra da autodidatta all’età di 8 anni. Mancino naturale, non inverte l’ordine delle corde sulla tastiera, come si fa di solito, bensì la posizione delle dita. Lascia gli studi di giurisprudenza dopo due anni, con dispiacere dei genitori che volevano che diventasse un avvocato, per dedicarsi alla carriera di cantautore.
Fa le sue prime apparizioni in teatro, dove si esibisce riadattando testi divertenti su musica di canzoni famose. La notorietà arriva nel 1994 quando vince il concorso BravoGrazie, che gli permette di partecipare alla trasmissione televisiva Maurizio Costanzo Show che gli spalanca le porte del successo. I suoi album Azz… e Il mago di Azz vendono più di 500mila copie, permettendo al cantautore partenopeo di vincere due dischi di platino nel 1995.
Nello stesso anno Federico Salvatore partecipa al Festivalbar come ospite fisso, e nel 1996 prende parte al Festival di Sanremo dove si classifica tredicesimo con il pezzo Sulla porta, che tratta del difficile rapporto tra un ragazzo omosessuale e la madre. La canzone sanremese è inserita nell’album Il mago di Azz, mentre nel 1997 è il turno di Coiote interrotto, dove si trova anche un brano dedicato ad uno dei suoi idoli, Totò.
Nel 2002 l’uscita dell’album L’osceno del villaggio segna un’ulteriore svolta nella sua carriera, e il cantante cabarettista lascia definitivamente il posto al cantautore di denuncia, ad esempio in brani come Se io fossi San Gennaro, in cui annovera tutto ciò che, secondo lui, ha rovinato la sua Napoli negli ultimi anni, e le cause per così dire “endogene”, ovvero le colpe dei Napoletani stessi. Del 2004 è l’album Dov’è l’individuo?, con il quale continua il percorso avviato dal lavoro precedente.
Nel 2007 ritorna in televisione come ospite in tre puntate del programma del sabato sera di Rai Uno Apocalypse Show, condotto da Gianfranco Funari.
Nel 2008 partecipa in qualità di voce recitante nei brani Robot d’acciaio e Folata in conclusione contenuti nel disco Frequento il vento del cantautore Zorama.
Nel 2009 esce, dopo una gestazione di tre anni, il lavoro discografico Fare il napoletano stanca, contenente 13 brani tra cui una nuova versione di Se io fossi San Gennaro.
Nel 2011 esce il DVD Se io fossi San Gennaro – LIVE, compendio degli ultimi anni di attività dal vivo, con in vendita in allegato, esclusivamente nella versione per librerie, il libro dal titolo Il dramma dell’anagramma.
I testi delle sue canzoni satiriche sono ambientate soprattutto nel mondo napoletano, di cui il cantante dipinge i risvolti quotidiani. Tra i testi più riusciti Azz, Azz Vacanze e i suoi vari “incidenti”: “incidente in Banca“, “incidente al Vomero“, “incidente in Paradiso“, “incidente telefonico“, brani umoristici che propongono buffi episodi e battibecchi, nei quali l’autore contrappone Federico, personaggio ricco e blasonato ma arrogante e snob, a Salvatore, povero popolano, ignorante e un po’ rozzo, in una serie di divertenti dualismi.
Negli ultimi anni ha però aggiunto alla sua satira bonaria e scherzosa un tono di denuncia e critica. Tra queste tematiche, spiccano il contrasto fra bene e male nella mente dell’uomo, il progressivo allontanamento dalla fede dovuto al passaggio dell’individuo dall’infanzia all’età adulta, il rimpianto nei confronti dell’infanzia e la crisi della cultura musicale nel mondo moderno, nonché dei pregiudizi che si hanno nei confronti degli omosessuali.
Ad ottobre del 2021 viene ricoverato d’urgenza all’ospedale del Mare in seguito ad un’emorragia celebrale. Una notizia che suscita forte apprensione tra i tanti estimatori del cantante. Dopo il ricovero in ospedale aveva intrapreso un percorso riabilitativo, ma non si era mai completamente ripreso.