La Balbuzie ha una prevalenza di circa l’1% nella popolazione e presenta un’incidenza del 4-5%. In Italia si contano quasi un milione di balbuzienti. Con punte del 5% in età prescolare pari a circa circa 250 mila bambini. Il picco maggiore si evidenzia tra i 30 e i 36 mesi e ne soffrono più i maschi rispetto alle femmine in un rapporto di 4:1.
Ma quali sono le cause che generano il blocco delle balbuzie?
Lo abbiamo chiesto ad un autorevole esperto in materia, il dottor Emanuele Giuseppe Adiletta, dottore in scienze e tecniche psicologiche.
“Quando parliamo di balbuzie chiarisco sempre la differenza tra balbuzie traumatica e balbuzie cronica. – spiega il dottor Adiletta – La prima si manifesta dopo un evento particolarmente significativo e stressante per la persona, la cui rievocazione elicità la balbuzie, in questo caso stiamo in ambito differente e un lavoro di terapia individuale risolve il peso dell’evento sulla persona e la relativa balbuzie. Quando invece parliamo di balbuzie appresa la dinamica è differente, in quanto i meccanismi alla base del disturbo s’insediano nella persona in età prescolare e perdurano per tutta la vita, condizionandone lo sviluppo e le scelte. Nella fase in cui il bambino sta imparando a parlare, la mente trasforma ciò che si pensa in ciò che si dice, impiegando tempo nel pensare a cosa dire ed a come dirlo.
Immaginiamo che il piccolo deve dire che ciò che vede fuori dalla finestra è un albero, prima deve confrontare le informazione visive con le informazioni in memoria, l’albero ha un tronco dei rami e delle foglie, quindi confrontando ciò che viene visto con il prototipo in memoria di “albero “, per poi trovare il modo di dirlo. Questo è un processo lento ed tipico che nel suo svolgimento sia presente una fase di balbettio normale che è l’esternazione di questi processi mentali. Probabilmente in questa fase il genitore parecchio ansioso si è allarmato ed ha iniziato a correggere quelli che reputa essere errori Ulteriormente, se il genitore non è molto presente, balbettare diventa una richiesta d’attenzioni ed allora il meccanismo si può cronicizzare. Questa fase porta alla formazione dei punti critici su cui la balbuzie prende forma e diventerà un ostacolo alla piena espressione del potenziale della persona condizionandone la vita. I punti critici della balbuzie diventano poi la balbuzie cronica soggettiva durante il periodo scolastico in cui si prende autoconsapevolezza del disturbo in seguito alle prime derisioni che costituiscono le prime tracce in memoria di “Fallimento“. In altro modo può essere che non vi abbiamo dato il tempo di pensare ma in entrambe le condizioni c’è stato un furto del vostro tempo.”