Migliaia di studenti e cittadini si sono riuniti in piazza del Plebiscito, nel corso della mattinata odierna, venerdì 28 ottobre, per aderire alla manifestazione per il cessate il fuoco in Ucraina organizzata dalla Regione Campania.
Accanto al palco, un’asta con tre bandiere: quelle della Russia, della pace e dell’Ucraina. Un gesto simbolico per confermare l’equidistanza dai due paesi in guerra per poter chiedere lo stop del fuoco e l’avvio di una conferenza di pace. In piazza i tanti partecipanti sventolano bandiere multicolori della pace.
Ad introdurre la manifestazione un grande video sulle guerre dell’ultimo secolo, seguito dalla lettera inviata dalla senatrice Liana Segre.
«Da Piazza del Plebiscito arriva un messaggio molto chiaro: nessuna ambiguità sul nostro sostegno all’Ucraina e per salvaguardare i diritti del popolo ucraino. Però, dall’altro lato, la necessità di avviare un discorso che porti alla pace e che possa consentire di superare questo momento così difficile per l’Europa e per il mondo intero»: così il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. «Oggi vediamo una bellissima piazza, molto colorata, di giovani che chiedono quello che chiedono in tanti: che ci sia un momento per il cessate il fuoco, che si passi dalla voce delle armi alla voce della diplomazia e che si ritorni a quello spirito negoziale che ha sempre contraddistinto l’Europa negli ultimi anni. Noi abbiamo la necessità di rimettere al centro da un lato il diritto dei popoli, dall’altro di trovare tutte le vie del dialogo che consentano di superare questa fase che è una fase fatta di difficoltà, di lutti e della necessità di ripristinare i percorsi di dialogo tra le nazioni coinvolte in questo conflitto».
Sul sì o no all’invio di armi, Manfredi ha detto: «L’invio o meno di nuove armi è una scelta che dev’essere fatta dai partiti. La scelta di sostenere l’Ucraina è stata importante perché altrimenti la voce delle armi e l’invasione russa avrebbe assolutamente coperto il diritto di un popolo che vuole essere libero e vuole difendere i nuovi confini. Questa è una valutazione che bisogna fare insieme alla comunità internazionale. L’Italia è in un’alleanza, nella Nato, e quindi queste decisioni vanno prese insieme. Noi non possiamo non essere parte di una coalizione che fino a oggi ha sostenuto l’Ucraina. Io credo che si fermi l’invio nel momento in cui c’è una volontà da parte delle grandi nazioni di sedersi intorno a un tavolo e di discutere. Questo dobbiamo fare e questo mi auguro che chi ha la possibilità di farlo lo faccia».
«L’invio di armi all’Ucraina è un tema delicato, si porrà il problema anche di fermare l’invio delle armi»: così il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, in piazza del Plebiscito per la manifestazione per la pace e il cessate il fuoco in Ucraina promossa dalla regione. «L’Ucraina è stata armata dall’Occidente e giustamente l’abbiamo messa in condizione di difendersi, ma oggi è necessario, tutti devono fermarsi per consentire di insediare la conferenza di pace».
«Il cessate il fuoco consente di aprire il dialogo, fermare il bagno di sangue che è in corso e di svegliare i popoli dal sonno della ragione perché un passo alla volta stiamo andando verso la guerra atomica senza rendercene conto. Dunque nessun opportunismo, la Russia è colpevole di aggressione, ma dopo otto mesi dobbiamo chiederci qual è la via di uscita da questa tragedia. In pratica stiamo seguendo un’indicazione che viene da mesi da Papa Francesco, che mi pare l’unica grande personalità che sta seguendo con lucidità necessaria questa tragedia che ha investito l’Europa. Da Napoli arriva un messaggio di pace».
«Da Napoli ci sono due messaggi che si intrecciano. Il Mediterraneo significa multilateralismo e multiculturalismo e apertura ai popoli, alle culture e alle religioni. Giovani significa futuro, siamo la regione più giovane di Italia, vedete quante migliaia di ragazzi in questa piazza che è per loro perché per loro dobbiamo arrivare al cessate il fuoco e svegliare l’Italia, l’Europa dal sonno della ragione. Mentre parliamo oggi ci sono migliaia di giovani che muoiono in Ucraina, mutilati, deportati. Blocchiamo la guerra e inseriamo nelle Nazioni Unite una conferenza di pace alla quale chiediamo di partecipare la Cina popolare che può esercitare una pressione decisiva nei confronti della Russia e riapriamo il dialogo. Ricordiamo che in queste settimane nel secolo scorso si è trattato per fermare la guerra in Vietnam: mentre erano presenti 500 mila soldati americani in Vietnam, si raggiunse a Parigi l’armistizio che fu il primo passo alla risoluzione della guerra. Dobbiamo fare la stessa cosa, chiedere e prentendere un primo passo, fermate le armi e cessate il fuoco».
«Ho parlato con la senatrice Segre, era dispiaciuta di non poter venire per ragioni di salute, ma era mille volte convinta di aprire una stagione di pace soprattutto per i giovani e di farlo in una giornata come quella di oggi, che è il centenario della Marcia su Roma, cioè dell’inizio di quella che è stata la più grande tragedia della storia d’Italia. Prima ancora del messaggio proietteremo un video che richiama le immagini di guerra di un secolo che si conclude con tre immagini: il ghetto di Roma, il rastrellamento dei bambini ebrei a Roma, le Quattro Giornate di Napoli, la città da cui comincia la liberazione d’Italia dal fascismo. A seguire, l’immagine di una ragazza iraniana che canta in lingua iraniana “Bella Ciao”. È un omaggio che volevamo fare alle ragazze dell’Iran che stanno combattendo per la libertà e per la dignità. Sono valori contrari a quelli coltivati e portati in Italia dalla marcia su Roma. Sono i valori della civiltà, della tolleranza, dell’umanesimo. Il significato è questo. Il Governo lavori, faccia quello che deve fare per il nostro Paese, noi ci auguriamo di poter assistere all’affermazione sempre più profonda e convinta dei valori di solidarietà, di antifascismo, di democrazia sostanziale, ma più semplicemente di rispetto fra le persone e i popoli».
Sul reddito di cittadinanza «va affrontato il problema con equilibrio e non usandolo come agomento di demagogia. Abbiamo povera gente che va difesa, va aumentato per famiglie con disabili ultracinquentenni e anziani. Poi dobbiamo sapere che per chi ha la possibilità di lavorare bisogna fare percorsi di formazione, ogni aiuto delo stato deve essere legato a lavoro o formazione». Continua De Luca «Basterebbe che chi percepisce reddito, che non può essere infinito, dia disponibilità a lavorare concretamente, poi vediamo le soluzioni di merito. Ma non drammatizzerei il problema, bisogna fare pulizia perché le risorse sono limitate e se le sprechiamo per chi non ha bisogno li togliamo ai poveri».
«Questa di oggi è una piazza di pace. La prima in Italia e ci auguriamo ne seguano altre in tutto il Paese perché bisogna muoversi: non possiamo restare impotenti a contare i morti senza fare niente». Con queste parole il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, presidente della Conferenza episcopale campana, è arrivato in piazza del Plebiscito a Napoli dove da poco è partita la grande manifestazione per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina e l’avvio di una seria trattativa di pace internazionale.