Uno schiaffo sul sedere in diretta tv. La giornalista Greta Beccaglia di Toscana Tv è stata molestata mentre era intenta ad intervistare i tifosi all’uscita dello stadio Castellani di Empoli, al termine della partita Empoli-Fiorentina.
E’ accaduto lo scorso sabato 27 novembre, mentre la giornalista svolgeva il suo lavoro, un uomo le ha dato uno schiaffo sul sedere e altri due le hanno rivolto frasi sessiste. Il tutto è avvenuto mentre la Beccaglia era in collegamento con la trasmissione A tutto gol su Toscana Tv.
Singolare anche la reazione del conduttore della trasmissione Giorgio Micheletti, che dopo aver assistito alla molestia ha ripetuto a Beccaglia: «Dai, non te la prendere», aggiungendo che «si cresce anche attraverso questa esperienza». Micheletti ha poi detto: «Chiudiamola qui così, così per lo meno puoi reagire, se vuoi. Non in diretta, così ti permettiamo di reagire perché determinati atteggiamenti meritano ogni tanto qualche sano schiaffone che, se fosse stato da piccolo, li avrebbe fatti crescere meglio».
“Un episodio gravissimo nei giorni in cui è massima l’attenzione sul contrasto alla violenza nei confronti delle donne. – si legge nel post pubblicato sulla pagina facebook di GIULIA giornaliste – “Scusami… Non puoi fare questo”, ha detto Beccaglia al tifoso mantenendo la calma, ma a peggiorare la situazione è stato l’atteggiamento del giornalista che conduceva la trasmissione in studio, Giorgio Micheletti, che l’ha invitata a “non prendersela” senza esprimere nessuna parola di condanna del gesto e minimizzando la situazione di profondo ed evidente disagio della collega.
E’ inaccettabile che un uomo possa mettere impunemente le mani addosso ad una donna e che il tutto passi come una goliardata di un tifoso su di giri.
Ed è ancor più inaccettabile la totale mancanza di empatia e di sensibilità da parte di chi, dallo studio, avrebbe dovuto stigmatizzare il gesto di molestia. Lo show must go on, ma a volte basterebbe uno stop per far capire che no, le mani su un donna non si mettono, perché è violenza, senza se e senza ma.”