Chiuso il cerchio delle indagini intorno all’omicidio di Vincenzo De Berardo, avvenuto l’11 novembre del 2015 a Somma Vesuviana. Un delitto che si colloca nell’ambito dell’eterna faida tra i Rinaldi e i Mazzarella, ma che rappresenta al contempo anche la vendetta dei Sibillo ne riguardi dei rivali del clan Buonerba in seguito alla morte del boss Emanuele Sibillo.
Questo lo scenario delineato dagli inquirenti e che in data odierna, venerdì 15 aprile, presso la Casa Circondariale di Prato, ha visto i militari della Compagnia di Castello di Cisterna dare esecuzione a una misura cautelare personale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di Francesco Pio Corallo – già detenuto per altra causa – gravemente indiziato dei reati di omicidio aggravato dalle modalità mafiose, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo in luogo pubblico.
Le indagini, condotte dai militari della Sezione Operativa della Compagnia di Castello di Cisterna, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, sono partite proprio in seguito all’omicidio avvenuto a Somma Vesuviana nel novembre del 2015 e hanno potuto beneficiare del supporto delle dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia.
Gli inquirenti hanno così identificato esecutori e mandanti: 7 persone in totale, di cui 6 già tratti in arresto.
Un omicidio voluto e pianificato dai clan alleati di Napoli est, – il sodalizio composto dai Minichini-Schisa-Rinaldi – sia per portare a casa “un punto” nell’eterna faida contro i rivali del clan Mazzarella, sia per “ingraziarsi” i Sibillo di Forcella, con i quali avevano stretto un’alleanza. L’omicidio di De Bernardo, infatti, rappresentò anche la replica della cosiddetta “Paranza dei bambini” di Forcella all’omicidio del leader dell’omonimo clan, Emanuele Sibillo, che avvenne a luglio dello stesso anno per mano del clan Buonerba.
Vincenzo De Beranrdo, infatti, sarebbe stato responsabile di aver fornito riparo al nipote Roberto, affiliato al clan Buonerba, che aveva partecipato all’omicidio di Sibillo.
L’esecutore materiale del delitto, Michele MInichini, già condannato all’ergastolo per l’omicidio del boss dei Barbudos Raffaele Cepparulo, per evitare di incassare un altro fine pena mai, a maggio del 2020 si è dissociato, vedendosi così riconoscere le attenuanti generiche è riuscito a rimediare una pena di 17 anni.
Il destinatario della misura cautelare, Francesco Pio Corallo, 30enne pregiudicato di Napoli, ha partecipato all’omicidio De Bernardo nelle vesti di autista del mezzo utilizzato dal gruppo di fuoco.