Il 12 maggio 2023 saranno trascorsi 18 anni dalla morte di Mia Martini. La notizia arrivò nelle case degli italiani attraverso il commosso annuncio di Mara Venier nel corso della trasmissione Domenica In. Durante la puntata di domenica 30 aprile, lo stesso programma ancora condotto dalla Venier, ha ospitato Leda Bertè, sorella di Mia Martini che ha ricordato la sorella e ha sollevato dubbi sulle cause della morte, ancora avvolta nel mistero.
Loredana Bertè e Mia Martini hanno due sorelle di nome Leda e Olivia. Leda è nata nel 1945 a Bagnara Calabra e si è trasferita poi insieme alle sorelle nelle Marche visto che il papà lavorava presso L’Istituto magistrale di San Ginesio nei dintorni Macerata. La donna ha dedicato parte della sua vita all’informatica, per poi lavorare a lungo presso il centro elettronico di documentazione della Corte di Cassazione. In seguito, per sette anni, ha poi lavorato al Ced della Corte d’Appello.
Mia Martini è ricordata dal grande pubblico per i suoi grandissimi successi e per la sua straordinaria vocalità ma, purtroppo, la sua storia, fatta anche di tanta sofferenza e di terribili maldicenze che hanno ingiustamente condizionato la sua carriera.
Negli anni ’70 la sua inconfondibile voce conquistò la ribalta internazionale grazie alla collaborazione con Charles Aznavour con il quale nel 1977 è protagonista di uno straordinario concerto all’Opera di Parigi. Contestualmente all’apice del successo inizia anche il calvario personale dell’artista che si vede costretta a fare i conti con l’assurda credenza che portasse sfortuna. Come la stessa Martini racconterà anni dopo, tale maldicenza partì da un produttore con il quale la cantante non aveva voluto firmare un contratto di esclusiva e fu alimentata da alcuni sfortunati episodi come, per esempio, un tragico incidente stradale in cui persero la vita alcuni componenti della sua band di ritorno da un concerto in Sicilia.
Gli ultimi anni di carriera di Mia Martini sono stati caratterizzati da due straordinari successi come Almeno tu nell’Universo e Gli uomini non cambiano presentati in gara al Festival di Sanremo rispettivamente nel 1989 e nel 1992. In entrambe le occasioni Mimì non riuscì a portare a casa la vittoria nonostante due brani che resteranno per sempre nella storia della musica italiana.
«La cattiveria delle persone è stata superiore alla sua voglia di cantare, si è chiusa, ha sofferto tantissimo e tutto questo l’ha portata a pagarne le coseguenze in prima persona», ha affermato Leda Bertè ospite di Domenica In. Poi la rivelazione: «È stata anche in carcere in Sardegna perchè era in un locale e le hanno trovato delle bustine di droga nella borsa, è stata incolpata di spaccio cosa non vera», e la sorella spiega: «gliele avevano messe non se ne è accorta e ha pagato in prima persona».
Era una donna sola che aveva scelto di non avere nessuno al suo fianco, troppe le delusioni avute. «Il mio telefono suona solo per questioni di lavoro, non ho più amici», raccontava questo la Martini prima di morire. «Per ogni momento felice che aveva ce ne era uno di tristezza. Mia non è mai riuscita a dimenticare tutto il male che le hanno fatto». Nel 1989 Mimì torna al successo grazie ad Adriano Aragozzini che la porta a Sanremo con Almeno tu nell’universo. «Era felice, poi non so cosa è successo quando si è trasferita a Milano per vivere vicino a papà. Voleva riconquistarlo. Io ho cercato di tenerlo alla larga perché non l’ho mai perdonato».
Ci sono troppi punti oscuri, sulla morte di Mia Martini, trovata senza vita nel ’95 nell’appartamento di Cardano al Campo, in provincia di Varese, dove si era trasferita da appena un mese per stare più vicina al padre. E proprio il padre è uno dei grandi punti interrogativi, oltre che di sofferenza, stando al racconto di Leda.
Gli accertamenti svolti successivamente stabilirono che in realtà l’artista era deceduta ben due giorni prima, il 12 maggio 1995. L’autopsia ordinata dalla magistratura stabilì che la cantante appena quarantottenne era stata stroncata da un arresto cardiocircolatorio. Subito dopo la sua morte iniziò a circolare la voce che alla base del decesso della cantante ci fosse un abuso di sostanze stupefacenti, circostanza sempre smentita con forza dalla famiglia che ha anche sempre negato che si possa essere trattato di un suicidio.
Qualcuno all’epoca ritenne che Mia Martini potesse essere affetta da una forma di fibroma all’utero ma anche questa versione non trova alcuna conferma ufficiale. Il mistero della morte di Mia Martini negli anni è stato alimentato anche dalle accuse che la sorella Loredana Bertè ha sempre rivolto al padre con il quale Mimì aveva da poco deciso di riallacciare i rapporti dopo tanti anni di lontananza.
«Lui quella sera è stato l’ultimo a vedere Mimì e dopo che lui è andato via lei è stata trovata morta. Io non ho mai capito cosa è successo se hanno litigato o cosa, ma c’erano segni di violenza, un litigio c’è stato. Non lo so e mai si saprà perchè non ci stanno nessuno dei due». Ha provato a chiedere spiegazioni all’uomo Leda ma «non mi ha mai risposto». L’uomo è sempre stato descritto come un violento, Loredana lo definì «il mostro che avanzava in silenzio. Era l’uomo nero delle favole. Era il cattivo, il vigliacco che chiudeva la porta per non rischiare che qualcuno lo vedesse. Il porco che aveva un fremito. Il bastardo che sentiva un lampo di piacere. Noi e lui. Soli finalmente. Avevo cinque anni, ero terrorizzata. In canottiera, il padre si metteva comodo e si toccava, nella nostra stanza. Io e Mimì eravamo sveglie, ma facevamo finta di dormire» nel suo libro Traslocando.
Altra questione che le sorelle Bertè non si spiegano è il motivo per il quale subito dopo i funerali senza dire niente a nessuno lui ha voluto cremare il corpo della figlia. «Non so cosa è successo non ho avuto modo di farmelo spiegare sono rimasta sempre con questo dubbio che lui gli abbia menato e fosse successo qualcosa».