Sandro Ruotolo, giornalista e storico collaboratore e inviato di Michele Santoro per Servizio Pubblico, è da ieri sotto scorta.
La misura di protezione, decisa dal prefetto di Roma, Franco Gabrielli, arriva dopo le intercettazioni ambientali dalle quali è emersa una minaccia di morte espressa da Michele Zagaria. L’ex boss dei Casalesi, attualmente al 41 bis, non riesce evidentemente a digerire l’interesse e l’impegno con cui Ruotolo ha parlato della terra dei fuochi.
Capastorta, come viene soprannominato il boss, non avrà gradito in particolare l’intervista di Ruotolo a Carmine Schiavone, ex pentito morto di recente per cause naturali a Roma.
In questa nota intervista, Schiavone raccontava a Ruotolo di compravendita di voti delle elezioni regionali, di vendita di terreni per lo smaltimento illegale dei rifiuti nella terra dei fuochi e di guerre interne tra mafiosi. Inoltre, faceva esplicito riferimento ai rapporti tra Zagaria e i Servizi segreti negli anni 2000.
Sandro Ruotolo non si mostra spaventato dalle minacce di morte e dichiara: “Se tu sei da solo a raccontare, sei esposto. Se siamo in tanti, il rischio si annulla.
Se di Terra dei Fuochi e del clan dei Casalesi è solo Servizio Pubblico a parlarne, è chiaro che la minaccia si concentri solo su di noi”.
Innumerevoli i messaggi di solidarietà ricevuti dal giornalista di Servizio Pubblico: da parte di colleghi noti come Rosaria Capacchione, giornalista e parlamentare del PD, anche lei minacciata dalla camorra per i servizi pubblicati su “Il Mattino di Napoli”; Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia dichiara: “Quando un giornalista entra nel mirino della criminalità organizzata e purtroppo nel nostro paese non sono pochi, è a rischio non solo la sua persona, ma la libertà e la qualità dell’informazione, un bene prezioso per tutti”.
Ruotolo, che ama definirsi orgogliosamente un “cronista di strada”, ha ringraziato tutti per i messaggi ricevuti, ma particolarmente i lavoratori del Sulcis Iglesiente, ai quali il giornalista napoletano è particolarmente legato, dando voce alla drammatica crisi economica nella provincia di Carbonia Iglesias già dal 2011.
Sui social è un dilagare del hashtag stoconSandro: speriamo davvero che sia protetta la voce di questo giornalista che fin dagli albori della sua carriera trentennale si è impegnato a denunciare l’illegalità in tutte le sue forme.