Le Case Celesti: una di quelle realtà radicate alle endici del Vesuvio, sovente balzate agli onori della cronaca per “storie di droga”. Ma non stavolta.
Case Celesti, in Via Limitone di Arzano, Isolato 4, scala B: è lì che abita Angela Faraco, la portatrice di handicap per la quale si era sollevata di recente l’attenzione mediatica. Da tempo, difatti, Angela, che abita al quarto piano di uno dei suddetti edifici ubicati nel quartiere Secondigliano, era impossibilitata ad uscire di casa, perché lo stabile non era munito di un ascensore utile ad assicurare alla donna di poter compiere le più basilari mansioni che contornano la quotidianità della maggior parte della popolazione. Andare a fare la spesa, andare dal parrucchiere, andare a far visita ad amici e parenti.
“Andare”, appunto. Un verbo che in maniera forte ed imprescindibile impone movimento.
Prigioniera in casa, Angela, questo è quanto disegnato dal binomio tra degrado ed handicap nella sua vita, costretta a rimanere relegata in quattro mura per effetto di quella conclamata impossibilità di affrontare le scale.
Una ferma e dura battaglia quella intrapresa da Angela per garantirsi il “diritto alla normalità”, al cospetto di un problema che sembrava insormontabile e che invece, proprio in questi giorni, ha abbracciato una concreta risoluzione.
“Sono 16 anni che ho fatto reclamo per avere un ascensore e non ho mai ricevuto risposta. – ha dichiarato Angela – Sono rimasta chiusa in casa per tutto questo tempo, la mia vita era solo terapia-casa”.
Ma, adesso, le cose per Angela sono cambiate. Alla presenza dell’assessore al Patrimonio del Comune di Napoli, Sandro Fucito, è stato collaudato il primo ascensore installato nelle palazzine del rione, da tempo noto come piazza di spaccio della Camorra. Ora Angela non sarà più costretta a rimanere prigioniera in casa e dopo due anni di battaglia, grazie al lavoro dell’amministrazione comunale, è riuscita ad ottenere la sua vittoria.
Quella attuata nelle case Celesti, invero, vuole essere molto di più e ben altro che un semplice intervento di manutenzione. L’interessamento istituzionale e la stessa visita di dell’Assessore al Patrimonio, sono serviti anche a fare luce sull’intera problematica che riguarda un’area lasciata da decenni nell’incuria e sulla quale ora si sta intervenendo.