Sul parco Verde di Caivano ritorna ad incombere l’incubo della pedofilia: un’altra bambina potrebbe aver subìto abusi tra quegli omertosi palazzoni dove sono morti nel 2013 Antonio Giglio di tre anni e, l’anno seguente, Fortuna Loffredo, di sei anni. Entrambi i bambini sono precipitati nel vuoto dai piani più alti dello stesso edificio.
Nei giorni scorsi, secondo quanto riporta il quotidiano ‘Il Mattino’ una donna, in fase di separazione dal marito, ha denunciato violenze nei confronti della figlia da parte del nonno paterno e dello zio. Se le accuse fossero confermate, si tratterebbe di un altro caso di pedofilia.
La donna aveva notato alcuni strani comportamenti nella bambina e, dopo averle parlato, ha avuto conferma dei suoi sospetti. La piccola le ha raccontato di episodi particolari avvenuti durante le sue visite a casa dei parenti del padre. L’esposto è stato trasmesso alla Procura di Napoli Nord, ma, al momento, non ci sono indagati.
In via precauzionale, dato che le presunte violenze sarebbero avvenute tra le mura domestiche, il Tribunale dei minori ha stabilito alcune misure per tutelare la tranquillità della bimba e garantirle un’assistenza da parte di esperti. Nelle prossime settimane saranno loro a valutare i suoi racconti e i suoi comportamenti per cercare di capire se la denuncia della madre è attendibile o meno. Si tratterebbe dell’ennesimo caso di abuso. Poche settimane fa è stato condannato per violenze sessuali sulla figlia di 12 anni Salvatore Mucci, l’inquilino di Parco Verde che per primo soccorse Fortuna Loffredo dopo il volo di otto piani, poi arrestato per pedofilia nel dicembre 2014.
Il tutto accade in un clima delicato. Dopo più di due anni dalla morte di Fortuna Loffredo, vittima di violenze e secondo l’accusa scaraventata dalla terrazza di un palazzo del Parco Verde, mercoledì 16 novembre entrerà nel vivo il processo, davanti alla Corte d’Assise di Napoli, a carico di Raimondo Caputo, detto Titò, accusato di aver ucciso la bambina il 24 aprile 2014 e di aver violentato la piccola Fortuna e le figlie della convivente Marianna Fabozzi, finita a sua volta sul banco degli imputati, perché ritenuta complice del compagno.
In effetti, già quando scattarono le manette per Caputo, gli inquirenti parlarono di un giro di pedofilia a Parco Verde con almeno quattro casi di minori residenti vittime di violenze sessuali da parte degli adulti.