«Ho ucciso io Aldo Naro». Pronunciando queste parole pregne d’ammissione di colpa, un giovane di 17 anni si è costituito oggi, martedì, 17 febbraio, presso il carcere minorile Malaspina di Palermo.
Alla sua individuazione i carabinieri sono arrivati dopo avere ascoltato cento persone e analizzato i messaggi postati su Facebook.
Sulle tracce di quel 17enne, i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo erano giunti al termine di quattro giorni di indagini serrate. Uno dei presenti nella folle notte della discoteca ‘Goa’, guardando le immagini di una telecamera piazzata all’esterno del locale notturno, aveva detto: “E’ stato lui”.
I militari, coordinati dal comandante provinciale Giuseppe De Riggi, hanno dovuto ricostruire, testimonianze incluse, l’ambiente di un’intera discoteca. Sono state sentite oltre cento persone e controllate le bacheche Facebook di decine di ragazzi. Gli input decisivi sono arrivati anche e soprattutto dal famigerato social network. Qualcuno aveva postato un messaggio che ha attirato l’interesse dei carabinieri. Poi, una volta individuato il colpevole si erano recati presso la sua abitazione, sita nel quartiere Zen dove vive con la famiglia. La casa è stata perquisita, ma il ragazzo non c’era.
In questi giorni sono stati passati in rassegna i protagonisti della notte. Dai clienti della discoteca a chi gravita nel mondo della sicurezza del locale. Una notte popolata da figure autorizzate a garantire i controlli nel locale e altre che non si comprende ancora a che titolo fossero presenti. La lite sarebbe scaturita dal furto di un cappello da cowboy che indossava un ragazzo che faceva parte della comitiva del giovane medico che si era appena laureato con il massimo dei voti e la lode. Nel corso della rissa, Aldo Naro è stato colpito con un calcio alla tempia sinistra.
Un calcio alla testa che ha provocato un’emorragia cerebrale. È morto così il giovane medico, fresco laureato, figlio di un carabiniere.
«A nome dell’amministrazione comunale – afferma in una nota il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – voglio esprimere apprezzamento per l’operato delle forze dell’ordine e della magistratura per l’ottima gestione del caso dell’omicidio di Aldo Naro. Rinnovo i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà alla famiglia del giovane. Ribadisco che il Comune darà mandato all’avvocatura per la costituzione di parte civile nel processo».
Intanto, oggi si sono svolti i funerali di Aldo nella chiesa Madre di San Cataldo a Caltanissetta. Un migliaio di persone hanno voluto rendere omaggio alla salma del neolaureato dottore in medicina.
Lunedì sera, nel corso di una fiaccolata, il padre del ragazzo, il colonnello dei carabinieri Rosario Naro, aveva chiesto all’assassino di costituirsi. E oggi il diciassettenne dello Zen ha confessato il delitto.
«Una folla di giovani – ha detto il vescovo di Caltanissetta Mario Russotto – si chiede come è possibile morire per festeggiare una laurea, come è possibile morire nel terzo millennio per l’inciviltà di altri giovani. Aldo Voleva salvare tante vite umane, era innamorato della vita».
Sul feretro ricolmo di fiori bianchi è stato poggiato un camice bianco, quello che Aldo, da poco laureatosi in Medicina, non potrà indossare. Nei pressi della bara un cuscino di rose rosse voluto dalla fidanzata Simona con la frase «I nostri sogni resteranno per sempre nel mio cuore. Ciao Aldo».
Davanti alla chiesa, in uno schermo, campeggiava la scritta «Io sono Aldo Naro», e così anche su una t-shirt posta sul primo banco dei fedeli accanto alla madre del giovane.