”Mai più conigli a tavola” è questo lo slogan attribuito da Michela Brambilla alla sua battaglia, volta a portare via dalle tavole degli italiani la carne di coniglio.
L’ex ministro, facendo leva sulle statistiche che rivelano che il coniglio è il terzo animale domestico scelto in Italia dopo cani e gatti, mira a garantire al roditore il riconoscimento dello status di animale da compagnia. “Anche loro meritano le stesse tutele di tutti gli altri animali che vivono nelle nostre case o che comunque siano inseriti nel contesto familiare”, spiega la deputata di Forza Italia.
La sua iniziativa è sostenuta da alcune associazioni animaliste, quali l’Associazione AAE Conigli e la Federazione italiana diritti animali, che hanno raccolto con la loro petizione oltre diecimila firme.
La proposta di legge, che l’Ex ministro ha presentato in Parlamento, prevede sanzioni che vanno da quattro mesi a due anni di carcere, nonché il pagamento di multe fino a cinquemila euro, per chi ”Allevi, esporti, importi, sfrutti economicamente o detenga, trasporti, ceda o riceva a qualunque titolo conigli al fine della macellazione, o commercializzi le loro carni’. La proposta di legge della Brambilla prevede inoltre un controllo demografico sui conigli condotto da un’anagrafe presente nelle aziende sanitarie italiane, attraverso la sigla di riconoscimento del microchip installato su ogni esemplare. Anche in questo caso sono previste sanzioni per la mancata osservazione delle norme: il pagamento di una multa di 50 euro per chiunque manchi di dotare il proprio animale di microchip, 75 euro per chi invece si astenga dall’iscrizione del coniglio all’anagrafe. L’ex ministro non manca inoltre di fornire indicazioni sull’habitat da garantire all’animale domestico: dalle dimensioni della gabbia,di almeno un metro per 70 cm o un metro e 20 per 50 cm, all’impiego di nascondiglio, cassetta igienica, tubi per giocare e beverino. La proposta di legge della Brambilla si inserisce nell’ambito delle norme della legge 189 contro il maltrattamento degli animali e la commercializzazione di pellicce.
La battaglia della deputata di Forza Italia scatena sui social network l’ironia di molti amanti della pregiata carne di coniglio. Su Twitter scrivono ”La Brambilla ha ragione. Basta coniglio in pentola. Molto meglio al forno.” e molti altri messaggi con cui manifestano la loro ferma opposizione all’iniziativa dell’ex ministro.