“Camminando Camminando in tre”: protagonista Angelo Branduardi. Un concerto di grande coinvolgimento e trasporto nel quale il suono diventa magia e irrompe nella vita di ogni giorno, che ci allontana dal “qui ed ora” e ci insegna un modo diverso di vivere e nel quale gli spettatori saranno considerati “come giardini segreti magici la mattina presto in cui si entra a piedi nudi per non fare rumore”.
Dopo il suo ultimo lavoro, “Il Rovo e la Rosa”, ballate d’amore e di morte, dove Angelo Branduardi ha ripescato a piene mani nella tradizione del periodo elisabettiano, puntando a saldare produzione pop e lavoro di ricerca, il menestrello d’oltre Po torna nella nostra città, dove suonerà giovedi 23 aprile al Teatro Bellini.
Si riapre così il grande libro delle “Child Ballads”, ovvero la monumentale antologia che il musicologo Francis J. Child raccolse nell’Ottocento, compendiando il patrimonio culturale del folk inglese, scozzese e irlandese poi trasmigrato anche in America, e Branduardi si sofferma sulle arie dell’età Elisabettiana in voga a cavallo tra Cinque e Seicento.
“Il Rovo e la Rosa” sarà al centro del concerto come filo rosso di un’antologia che proporrà, tra gli altri, i sempreverdi “La Luna”, “Confessioni di un malandrino”, “Il dono del cervo”…
Il violinista di Cuggiono invita così il pubblico ad entrare in quello che lui definisce una sorta di “giardino segreto” da frequentare all’alba, in punta di piedi (scalzi), costruito su suoni che sono allo stesso tempo antichi e moderni, cogliendone le suggestioni e gli umori, ascoltando l’eco senza tempo di quegli antichi racconti popolari di amore e di morte, di incanti e avventure, tramandati per secoli e tuttora presenti nella memoria collettiva delle genti al di qua e al di là dell’Atlantico.
Attilio Barbieri