Il “mal di schiena” colpisce circa l’80% degli adulti, ma solo nel 20% dei casi deriva da vere e proprie patologie vertebrali. Molteplici le cause alla base del dolore lombare, quindi il mal di schiena più “classico e diffuso”, tra cui:
– atteggiamenti posturali non corretti protratti per lungo tempo;
– movimenti del corpo ed esercizi eseguiti in maniera non corretta;
– eccessiva tensione muscolare derivante da stress fisico e psicologico;
– scadente tono muscolare (addominale, lombare e dorsale);
– soprappeso.
Una menzione a parte la merita, però, il mal di schiena derivante dalla pratica di attività sportive, così come spiega il Dott. Armando Castaldo, fisioterapista ed osteopata, papà di “Fisiorama” un centro riabilitativo collocato all’interno del complesso “Futurama” sito a Volla.
“Salvo casi particolari di preesistenti patologie osteoarticolari, – spiega il Dott. Castaldo – negli atleti e soprattutto nelle persone che praticano attività fisica in maniera autonoma e senza la guida di un occhio competente ed esperto, il dolore può derivare da: insufficiente riscaldamento generale e specifico. Infatti, un buon riscaldamento permette di innalzare la temperatura del muscolo e di migliorarne nel contempo l’irrorazione sanguigna, il metabolismo e la elasticità. Quindi, oltre ad un maggiore rendimento, si possono evitare stiramenti e strappi muscolari.
Altra causa è il residuo di tossine e congestione muscolare derivanti da inadeguata esecuzione di esercizi di “defaticamento” al termine di ogni allenamento o da scarso recupero tra un allenamento e l’altro. Vanno anche evitati esercizi di “defaticamento” che imitano il gesto tecnico che ha comportato il sovraccarico in quanto, pur essendo funzionali per l’apparato muscolare e cardiocircolatorio, mantengono i dischi in compressione. Poi c’è lo squilibrio di forza e di elasticità della muscolatura deputata al fisiologico allineamento tra colonna vertebrale, bacino e femori. Questi muscoli vanno rafforzati e nel contempo mantenuti elastici, con adeguati esercizi di potenziamento e allungamento muscolare.
E soprattutto, una delle cause più frequenti, va ricercata nell’insufficiente utilizzo di esercizi di stretching muscolare e mobilità articolare dopo ogni allenamento. Lo stretching allunga e decontrae i muscoli mantenendoli estensibili, mentre gli esercizi di mobilità riportano l’articolazione ad uno stato di efficienza ottimale. A prescindere dalla pratica dell’attività sportiva, la compressione continua delle colonna vertebrale genera traumi e dolore. L’attività fisica intensa e le posture fisse (studiare, vedere la televisione, guidare l’auto, ecc.) sovraccaricano senza soluzione di continuità i dischi intervertebrali compromettendone il ricambio nutrizionale e determinandone un assottigliamento per deidratazione. La nutrizione dei dischi, infatti, non avviene attraverso i capillari sanguigni, ma con una azione di “pompa” (perfusione) che permette l’entrata e l’uscita di liquido.
Per questo, grazie agli esercizi di scarico eseguiti a fine allenamento si ottiene una veloce reidratazione dei dischi e un afflusso di sostanze nutritive.”