Mercoledì 16 dicembre 2015, alle ore 18.30, al Gran Caffè Gambrinus di piazza Trieste e Trento, si terrà la presentazione del libro “Male Capitale. La misera ricchezza del clan dei Casalesi”, edito da Giapeto Editore (248 pagine, 18 euro), di Catello Maresca, con gli interventi del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, del giornalista Sandro Ruotolo e del magistrato Nicola Graziano.
Intervengono, insieme all’autore, Sandro Ruotolo e Nicola Graziano, il direttore della Rai di Napoli Francesco Pinto, il giornalista Gigi Di Fiore, il fotoreporter Nicola Baldieri.
Catello Maresca, classe 1972, dal 1999 è Pubblico Ministero alla Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli, sua città natale. Dal 2007 alla Direzione Distrettuale Antimafia, ha coordinato le operazioni “Zenit” e “Caccia al Tesoro” contro il clan dei Casalesi, diretto in prima persona le attività che hanno condotto all’arresto di Michele Zagaria, rappresentato l’accusa nel processo al gruppo Setola, coordinato “Spartacus III” contro il clan Schiavone e svolto investigazioni in sede Eurojust e Europol. Docente per la Federico II di Napoli e l’Università di Santa Maria Capua Vetere, è autore di svariati testi in materia di lotta alla criminalità organizzata: tra questi il “L’ultimo bunker”, nel 2012, con il giornalista Francesco Neri.
Dalla penna cui si devono il Dizionario e l’Enciclopedia delle Mafie, un libro onirico e insieme lucido, didascalico, capace di schiudere al pubblico segreti, rituali e filosofia dei più spietati clan della Camorra, e delle operazioni giudiziarie che li hanno condotti in carcere. Con l’esperienza del grande magistrato e la verve affabulatoria del narratore consumato, Maresca tratteggia per adulti e ragazzi una Campania dove nulla è come sembra: le parole scorrono lievi, tra perle di Labuan e cachemire, canarini e alligatori, e un clan dei Caponesi sospeso tra la cucina di casa e la Chicago degli anni Trenta, mentre le immagini (molte delle quali inedite) tratteggiano un affresco crudo e a tratti surreale, in cui tetti d’amianto e rubinetti d’oro sono due facce della stessa medaglia, di quel sommo maleficio, cioè, che l’autore combatte sul campo da oltre quindici anni.