L’ultima versione della metanfetamina è un potente stimolante che riduce l’appetito, aumentando invece la capacità di rimanere svegli. La sensazione è più breve e intensa se viene iniettata o fumata, mentre è più lunga e meno intensa se inalata o ingerita. Ciò è dovuto al rilascio di notevoli quantità di dopamina nelle aree del cervello che regolano la sensazione di piacere. Si chiama “Shaboo” e viene anche definita “la droga dei filippini”.
“Ice” , “Shaboo”, “Shabu” o ” Crystal meth”: cambiando la denominazione, la sostanza non cambia.
Si tratta della forma più pura della metanfetamina. Spesso viene fumata o iniettata con effetti di gran lunga superiori alle altre vie di assunzione. L’effetto molto lungo – dalle 6 alle 12 ore – è una delle caratteristiche principali di questo tipo di sostanze.
L’utilizzo a lungo termine di metanfetamina provoca una forte dipendenza, oltre ad altri sintomi, come: comportamenti violenti, ansia, confusione, insonnia, paranoia e disturbi della personalità. Nel giro di alcuni mesi l’uso abituale di questa droga provoca effetti irreversibili sulle cellule cerebrali, soprattutto quelle produttrici di dopamina, che vengono danneggiate gravemente. Tra gli altri effetti, la perdita dei denti è uno dei tratti distintivi che rende identificabili i tossicodipendenti schiavi della suddetta sostanza.
“La droga dei filippini” è sbarcata in Italia valicando le Alpi ed approdando tra le piste da ballo più battute dai ragazzi settentrionali.
La sua capacità di tenere svegli e iperattivi per tutta la notte ben si adatta alla voglia di trasgressione e di sballo che perennemente serpeggia tra gli avventori del popolo della notte.
L’effetto stimolante, infatti, può togliere sonno e sensazione di fatica anche per 14-16 ore. La facilità con la quale la droga può essere prodotta in laboratori clandestini, a partire da sostanze non illegali e facili da reperire ne ha senz’altro agevolato la diffusione. Inoltre, risulta una pratica complicata intercettare lo shaboo durante i controlli, ad esempio negli aeroporti, perché inodore.
Insomma, lo shaboo è agevole da produrre e altrettanto agevole da trafficare. A seconda dell’etnia dei consumatori, mutano le modalità di assunzione. Mentre i filippini ne inalano i vapori dopo averla scaldata, con effetti devastanti per la pelle, gli italiani preferiscono scioglierla in acqua.
Di recente, il termine “shaboo” ha conquistato le prime pagine dei giornali, per effetto di un’operazione delle forze dell’ordine, giunte ad ipotizzare che la suddetta sostanza venga usata nelle sartorie gestite da orientali, per sostenere i ritmi di produzione notoriamente altissimi. Sequestrata in diverse parti d’Italia, ora sbarca nell’area vesuviana: i carabinieri di Terzigno hanno, infatti, arrestato un 54enne cinese che la stava spacciando. L’uomo è stato preso mentre cedeva due dosi ad un acquirente ma, nella successiva perquisizione a casa sua, a San Giuseppe Vesuviano, i militari hanno rinvenuto altre sette dosi, pari a circa cinque grammi. Con la droga, trovati anche due bilancini di precisione, bustine ed altro materiale per il confezionamento degli stupefacenti.
Dopo l’amnè, una nuova droga disegna scenari impensabili tra le pieghe dell’ordinaria routine degli usi e costumi italiani.