La maschera di Pulcinella, simbolo della storia e della cultura del popolo partenopeo,vero e proprio emblema della napoletanità, potrebbe essere a breve incluso tra i beni tutelati dall’Unesco e affiancare la lingua napoletana già riconosciuta come patrimonio immateriale dell’umanità.
È iniziata infatti la procedura affinché la maschera di Pulcinella sia inserita nella lista dei Beni culturali protetti dall’Unesco.Un percorso che è stato avviato ufficialmente ieri a Napoli in quella che è la casa di Pulcinella, ovvero il laboratorio dell’artista Lello Esposito,in Piazza San Domenico Maggiore,che ha contribuito a esportare Pulcinella e la sua metamorfosi in tutto il mondo.
Affinché l’Unesco decida di inserire la maschera di Pulcinella nei beni culturali protetti è necessario dimostrare che essa è una maschera viva e presente ancora oggi nella cultura e nella quotidianità popolare. Numerose, a questo scopo, si annunciano le iniziative a sostegno della candidatura a cui l’amministrazione comunale di Napoli offrirà il proprio contributo.
Durante la serata,grande spazio è stato dedicato alla presentazione del libro“Pulcinella” di Domenico Scafoglio e Luigi Maria Lombardi Satriani, ripubblicato recentemente dall’Editore Guida.
Presenti l’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Nino Daniele, il Prof. Aldo Masullo, la Prof.ssa Annamaria Amitrano e Maurizio Sibilio, Direttore del DISUFF dell’Università di Salerno.
«Pulcinella – ha affermato l’assessore alla Cultura Nino Daniele – è patrimonio identitario fondamentale, è dimensione antropologica che ha rappresentato la città nelle sue diverse espressioni, nei suoi diversi strati e manifestazioni in modo da coinvolgere l’anima popolare della città».