Un clima particolarmente rovente ha introdotto il week-end in corso lungo le coste cilentane. Una serie di violenti incendi, in alcuni casi insorti in contemporanea nelle porzioni collinari di comuni distanti tra loro diverse dozzine di chilometri, hanno infervorato le ore pomeridiane e serali.
Una combinazione di eventi che, in virtù della notoria frequenza con la quale durante il periodo estivo si manifestano incendi, poco spazio lascia all’ipotesi della calamità naturale.
Tant’è vero che il Parco del Cilento ha installato 35 telecamere per cercare di reprimere il fenomeno degli incendi.
Un deterrente che, tuttavia, non sembra aver sortito un efficace effetto, in virtù del fatto che il territorio ha accolto almeno tre incendi di vasta portata che hanno disseminato devastazione ed apprensione a ridosso delle affollatissime coste cilentane.
Nel pomeriggio di giovedì 18 agosto, due roghi di porta notevole hanno destato assai timore tra abitanti e turisti di Castellabate e Montecorice.
Le fiamme hanno divorato diversi ettari di macchia Mediterranea. Ad Agnone sono state addirittura evacuate alcune abitazioni e l’incendio si è avvicinato minaccioso a due strutture ricettive. Paura anche in località San Pietro di Castellabate per un altro incendio divampato la sera successiva e sedato a notte fonda.
In località Montecorice, inoltre, l’avanzare delle fiamme alimentate dal vento, ha consentito ad un altro problema noto di emergere in tutta la sua pericolosità: dozzine di cinghiali hanno abbandonato la macchia mediterranea per riversarsi in strada, costituendo un tangibile pericolo per gli automobilisti che transitavano lungo la strada.
Una diretta conseguenza di una “variabile imprevedibile” generata dal palpabile squilibrio di qualche mente umana che, però, ha fornito una stima tangibile della serietà insita nella presenza in esubero di cinghiali nella zona, non di rado avvistati lungo strade statali e persino in spiaggia.