Ha ucciso i genitori per i brutti voti rimediati a scuola: potrebbe essere questo il movente alla base del duplice delitto di Pontelangorino, in provincia di Ferrara. È questa la notizia più sconvolgente della giornata e degli ultimi tempi.
A uccidere Salvatore Vincelli, 59 anni, e Nunzia Di Gianni, 45 anni, titolari del ristorante La Greppia di San Giuseppe di Comacchio, sarebbero stati il figlio della coppia, di 16 anni, e un amico di 17: i ragazzi hanno confessato il duplice omicidio al termine di un lungo interrogatorio.
Il movente del figlio non sarebbe di natura economica, ma riconducibile a forti contrasti con i genitori, dovuti principalmente al rendimento scolastico insoddisfacente dell’adolescente. L’amico, invece, avrebbe partecipato all’omicidio per aiutarlo. I due hanno rivelato anche l’ubicazione dell’arma del delitto e dei loro abiti sporchi di sangue: si trovavano in un canale a Caprile, dove vive il complice 17enne dell’adolescente. I sacchetti in plastica sul capo delle vittime sarebbero stati utilizzati molto probabilmente per inscenare una rapina. Secondo una prima ricostruzione sarebbe stato il 17enne a uccidere con un’ascia i coniugi, incaricato dell’omicidio proprio dal 16enne Riccardo che gli avrebbe promesso 1000 euro di cui 80 versati subito. L’amico, dopo qualche esitazione, ha accettato. I due avrebbero pianificato l’omicidio, ma il figlio avrebbe atteso in un’altra stanza che si compisse il massacro perché non aveva il coraggio di assistere. L’amico è entrato nella camera da letto dei coniugi tramite una porta finestra, lasciata aperta dal figlio. Dopo avrebbe cercato con il 16enne, ma invano, di trasportare i corpi fuori dalla casa. A quel punto i due avrebbero inscenato il ritrovamento dei corpi. È stato proprio l’amico del figlio della coppia a confessare per primo il delitto, dopo una notte di interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Comacchio e a consegnare la somma di denaro ricevuta dal figlio per commettere l’omicidio. L’arresto è scattato dopo gli interrogatori durati tutta la notte in caserma dei carabinieri a Comacchio alla presenza del pm Tittaferrante della procura di Ferrara e della collega Marzocchi della procura minorile. Erano emerse contraddizioni e incongruenze nei loro racconti. Era stato lo stesso figlio a dare l’allarme, prima a una zia e poi ai carabinieri, in lacrime: diceva di aver trovato lui i corpi dei genitori. Dopo una serie di perquisizioni e di ricerca di riscontri all’ipotesi, presente fin dai primi atti di indagine, che fosse stato lui l’autore, magari insieme a un complice, i due fermi. L’altro giovane sarebbe l’amico da cui aveva dormito la notte precedente. Il cadavere della madre era stato trovato vicino al letto, quello del padre in un garage, dove era stato trascinato dall’abitazione.
Sono stati gli interrogatori del figlio sedicenne e dell’amico a portare i carabinieri al luogo dove recuperare l’ascia con cui sono stati massacrati i coniugi e i vestiti sporchi di sangue dei due adolescenti. Erano in un corso d’acqua a Caprile, frazione adiacente a Pontelangorino, luogo del delitto, dove fino a qualche mese fa la famiglia Vincelli abitava e dove vive il presunto complice, che compirà 18 anni a novembre.