Primogenito di quattro fratelli, con cui condivide l’unico tavolo della casa adatto a studiare, fin da piccolo impara a concentrarsi in ogni condizione: tv accesa, sua madre (mezzo soprano) che canta e parenti e amici un po’ ovunque, nel classico stile napoletano. La sua cameretta è un concentrato di desideri, da cui emerge la voglia di andare lontano: souvenir e tazze di ogni parte del mondo, papiri egiziani sulla parete, oggetti di artigianato accanto a vocabolari di latino e greco.
«Anche durante gli anni dell’Università, ho tenuto in stanza le opere di Platone: le ho lette tutte», spiega Pasquale, ricordando le lezioni del liceo classico, con insegnanti eccellenti, nel suo quartiere.
Laureato in Medicina e Chirurgia “summa cum laude” presso l’Università Federico II di Napoli, Pasquale successivamente frequenta, in qualità di Assistente in formazione specialistica, l’UOC di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria.
Nel 2014, dopo essersi contraddistinto per le capacità relazionali e per il grande intuito nell’ambito della ricerca clinica, conclude con successo la specializzazione in Oncologia Medica presso l’Università federiciana e si trasferisce al Royal Marsden Hospital e all’Institute of Cancer Research, dove era già stato con il progetto Placement-Erasmus.
Ma, nel 2016, un po’ in controtendenza, decide di riprendere i contatti con la sua Università e inizia il dottorato sotto la supervisione dei docenti Arturo Genovese e Sabino de Placido. Vincitore di concorso, senza borsa e senza mai lasciare la città inglese, che gli paga lo stipendio e quindi vitto e alloggio.
«Per contattarlo, gli scrissi una e-mail e mi rispose esattamente dopo due minuti. A lui devo tanto: mi ha insegnato a non essere timido, mi ha praticamente costretto a dargli del tu, e mi ha anche pagato i corsi di formazione, un investimento in linea con la politica del Regno Unito: il premier Theresa May ha tagliato pure il budget della polizia, ma non quello destinato alla ricerca».
Nel 2018 Pasquale vince il prestigioso premio ASCO, conferito dall’American Society of Clinical Oncology, per le sue ricerche nell’ambito del carcinoma della prostata. Si tratta di un premio tra i più prestigiosi nell’ambito della ricerca oncologica, rilasciato annualmente dall’American Society of Clinical Oncology, l’associazione degli oncologi americani.
L’ASCO assegna a Pasquale il Merit Award per aver dimostrato che una famiglia di carcinomi alla prostata è sensibile al farmaco “abiraterone”, aprendo le porte a nuovi possibili trattamenti.
E non è finita: Pasquale segue altri protocolli di immunoterapia: il primo trial a Londra è rivolto sempre ad ammalati con alterazioni genetiche, colpiti dal tumore della prostata; il secondo, invece, è dedicato a quei pazienti affetti da una neoplasia al testicolo e resistenti al platino, e coinvolge diversi centri in Italia e coordinati dalla Federico II e dal centro di riferimento Tumori rari Campania. Il suo lavoro lo porta, nel 2019, ad essere premiato a Boston con un assegno di ricerca da 250.000€.
Pur essendo lontano da Napoli e Ponticelli ormai da tempo – «Oggi abito in una villetta vittoriana a schiera su due piani, ovviamente sono in affitto e condivido l’appartamento, ma affacciarmi al mattino su un bellissimo giardino non ha prezzo» – Pasquale non dimentica i problemi della sia terra, legati a doppio filo con la lotta ai tumori.
«Ero dai miei genitori quando ho visto l’ennesima nube – denuncia l’ oncologo Pasquale Rescigno – che intossicava l’ aria. Sono sceso per strada e ho fotografato e ripreso un mega rogo a Via Dorando Petri nella parte sottostante alla superstrada provinciale. Uno scenario apocalittico con emissioni di fumi tossici dannosissimi alla salute. Vivere a Ponticelli o nella cosiddetta Terra dei Fuochi è un azzardo per la salute. Il paradosso è che stanno realizzando l’Ospedale del Mare al centro di una gigantesca discarica che brucia ogni giorno rifiuti di ogni tipo compresi quelli speciali. Negli ultimi anni sono sempre di più i pazienti malati di tumore che provengono dal mio quartiere. Non è un’analisi statistica ma fa comunque impressione».
Ai giovani il medico nato nel quartiere di Ponticelli, periferia del mondo, suggerisce di fare ciò che piace: «Investire in qualcosa che non si ama costituisce una grande perdita di tempo, e il tempo è la più grande ricchezza che abbiamo. E poi, bisogna lavorare e conquistarsi tutto, passo dopo passo».
Grazie ai suoi studi, Pasquale è diventato una splendida eccellenza italiana nel mondo, ed anche se non crede nelle scorciatoie, ammette che a volte può bastare un clic: «Con il messaggio a de Bono, ho cercato il mio modo per raggiungere un obiettivo, inseguire un sogno. C’è sempre una America da qualche parte».