Approvato in consiglio dei Ministri il tanto atteso Decreto del mese di Agosto: prende così il via la manovra che introduce misure per 100 miliardi.
Stop alla riscossione cartelle fino a ottobre, niente seconda rata Imu per alberghi, b&b e strutture ricettive, nuovi contributi a fondo perduto, proroga cassa integrazione, bonus Pos (cashback), Fondo casalinghe, rinnovo Reddito di emergenza e tasse sospese spalmate in 24 mesi, aumento delle pensioni di invalidità: è questa parte dell’ossatura del Decreto Agosto approvato nella serata di venerdì 7 agosto, in Consiglio dei ministri.
Con il dl agosto abbiamo approvato “misure significative: ringrazio tutti i ministri, i capi delegazione e le forze maggioranza per il proficuo confronto e lavoro svolto”, ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa dopo il via libera del Cdm al decreto, ricordando come le misure stanziate dal governo arrivino nel complesso a 100 miliardi.
In Cdm “abbiamo concordato nuove misure del dpcm che sarà in vigore dal 10 agosto al 7 settembre”, ha poi continuato.
La nuova bozza del provvedimento, vede 109 articoli rispetto ai 91 articoli del documento precedente.
Tra le novità: altri 200 milioni ai Comuni, una nuova quota di Reddito di emergenza, norme su Air Italy e il rifinanziamento di strade sicure fino a fine emergenza. Nel testo viene recepita l’intesa sulla proroga del blocco dei licenziamenti siglata ieri nel governo ma alcune norme sono ancora da completare, per altre compaiono solo i titoli.
Il testo che sarebbe dovuto arrivare al vaglio del consiglio dei ministri giovedì 6 agosto, tutto è poi slittato al 7 agosto, con la successiva approvazione. E’ stato chiuso l’accordo sul nodo licenziamenti: Il blocco dei licenziamenti proseguirà, ma sarà variabile in base alle scelte delle aziende sull’utilizzo di Cig Covid e sgravi per fare rientrare i dipendenti al lavoro, e durerà al minimo fino a metà novembre, scadenza entro cui sono a disposizione in modo continuativo le nuove settimane di ammortizzatori di emergenza.
Per il lavoro c’è “un intervento cospicuo” da “12 miliardi”, ha dichiarato Conte.
“Abbiamo anche anticipato la misura del cashback, già programmata con la legge di Bilancio – ha spiegato Conte -. Non l’abbiamo potuta realizzare per la pandemia, adesso la attiviamo dal 1 dicembre 2020″.
Il provvedimento estivo anti-crisi del Governo è suddivisa in 7 capitoli chiave:
- lavoro,
- salute,
- scuola e commissario,
- regioni, enti locali e sisma,
- sostegno e rilancio dell’economia,
- misure fiscali,
- disposizioni finali e copertura finanziaria.
All’interno di queste macro-sezioni, una valanga di incentivi, bonus, e aiuti per rilanciare il settore economico e tutelare i diritti dei lavoratori:
- proroga Cig, Cig in deroga, assegno ordinario,
- esonero contributi previdenziali per aziende che non ricorrono alla Cig
- naspi e Dis-coll,
- esonero contributi previdenziali per assunzioni a tempo indeterminato,
- indennità per lavoratori stagionali, termali, marittimi e dello spettacolo,
- misure per l’edilizia scolastica,
- contributo a fondo perduto per attività economiche e commerciali nei centri storici,
- rifinanziamenti delle misure di sostegno alle imprese,
- proroga moratoria per PMI,
- Finanziamento Cashback, quindi Bonus Pos 2020 per pagamenti elettronici
- Incremento incentivi per acquisto auto a basse emissioni, quindi ecobonus auto 2020,
- Esenzione Imu per settori turismo e spettacolo,
- Rimodulazione del pagamento delle imposte sospese e rateizzazione
- blocco licenziamenti variabile, fino a metà novembre
- aumento pensioni di invalidità
- fondo per la formazione delle casalinghe
Con questa manovra da 25 miliardi si pensa innanzitutto di alleggerire le tasse di marzo, aprile, maggio rinviate a settembre. Circa 13 miliardi di imposte che verranno presumibilmente ridotte. Tra gli interventi in programma:
- rinvio delle scadenze per i versamenti tributari e contributivi sospesi nella fase di emergenza,
- possibilità di rateizzare il debito fiscale per il tempo necessario ad assicurare per il 2020 una discreta riduzione degli oneri per i contribuenti che versino in difficoltà,
- ulteriore differimento delle scadenze per la ripresa della riscossione delle cartelle, prorogate al 15 ottobre,
- nuovo calendario dei versamenti fiscali (spalmando nel corso di tutto l’anno la cifra da versare, calcolata sugli incassi effettivi, superando per il momento il sistema acconto/saldo).
Le tasse sospese nei mesi del lockdown non andranno più saldate entro la fine dell’anno ma in due anni, con 24 rate mensili. La nuova bozza non sposta il primo appuntamento col fisco previsto per il 16 settembre. Le rate però saranno molto più leggere perché da 4 diventano 24. A essere diluiti sono i versamenti di tasse, contributi e ritenute previsti per marzo, aprile e maggio.
Con il provvedimento di agosto arriva un Fondo per la formazione delle casalinghe da 3 milioni l’anno a partire dal 2020. E’ “finalizzato alla formazione e ad incrementare le opportunità culturali e l’inclusione sociale, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, delle donne che svolgono attività prestate nell’ambito domestico, senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, finalizzate alla cura delle persone e dell’ambiente domestico, iscritte all’Assicurazione obbligatoria” per il lavoro svolto in ambito domestico.
Le modalità con cui sarà erogato e ripartito il bonus casalinghe saranno specificate ed emanate con un apposito decreto, emanato dal Ministero per le pari opportunità entro il 31 dicembre 2020.
Si va verso la proroga della Cig. In modo un po’ più selettivo però. La cassa integrazione sarà rinnovata per ulteriori 18 settimane, con richiesta però di un contributo addizionale commisurato al raffronto tra fatturato 2020 e 2019.
Nella bozza si legge infatti all’articolo 1:
“I datori di lavoro che, nell’anno 2020, sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19, possono presentare domanda di concessione dei trattamenti di Cassa integrazione ordinaria, Assegno ordinario e Cassa integrazione in deroga (…) per una durata massima di nove settimane, incrementate di ulteriori nove settimane secondo le modalità previste al comma 2. Le complessive diciotto settimane devono essere collocate nel periodo ricompreso tra il 13 luglio 2020 e il 31 dicembre 2020. Con riferimento a tale periodo, le predette diciotto settimane costituiscono la durata massima che può essere richiesta con causale COVID-19”.
A tal proposito si richiede però un contributo addizionale da versare, ad eccezione di qualle imprese che dimostrino di aver subito un calo di fatturato.
Si legge al comma 2 dell’articolo 1 “:
“I datori di lavoro che presentano domanda per periodi di integrazione relative alle ulteriori nove settimane versano un contributo addizionale determinato sulla base del raffronto tra il fatturato aziendale del primo semestre 2020 e quello del corrispondente semestre 2019, pari:
- a) al 9% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate durante la sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, per i datori di lavoro che hanno avuto una riduzione del fatturato inferiore al venti per cento;
- b) al 18% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate durante la sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, per i datori di lavoro che non hanno avuto alcuna riduzione del fatturato.
Il contributo addizionale non è dovuto dai datori di lavoro che hanno subito una riduzione del fatturato pari o superiore al venti per cento e per coloro che hanno avviato l’attività di imprese successivamente al primo gennaio 2019”.
È stata anche accolta l’estensione della moratoria sui crediti. Per le Pmi viene allungata dal prossimo 30 settembre al 31 gennaio 2021. Per le imprese già ammesse al sostegno, la proroga è automatica “salva l’ipotesi di rinuncia espressa da parte dell’impresa beneficiaria, da far pervenire al soggetto finanziatore entro il termine del 30 settembre 2020”.
Dopo giorni di polemiche tutte interne alla maggioranza sembra chiuso l’accordo sul blocco dei licenziamenti. Si punta a rinnovare lo stop alla possibilità di licenziare fino a metà novembre, ma in maniera variabile. La variabilità dipende dall’utilizzo che le aziende faranno della cassa integrazione covid e degli incentivi alle assunzioni.
In soldoni, la data di scadenza del blocco sarà per tutti fino a metà novembre. Dopodiché diventerà variabile, e sarà consentito licenziare solo alle aziende che non facciano ricorso a:
- cassa integrazione Covid,
- incentivi decontributivi alle assunzioni.
Risolto così lo scontro tra maggioranza e opposizioni. Nunzia Catalfo e la maggioranza avrebbero infatti voluto prorogare il blocco fino a fine dicembre, mentre le opposizioni chiedevano di fermarsi a ottobre. La mediazione ha fissato l’asticella a metà novembre: intorno al 15 novembre scadrà infatti la copertura delle 18 settimane di cig o decontribuzione cui potranno attingere tutte le aziende proprio per evitare di licenziare. Dopo quel momento il divieto resterà solo per i licenziamenti collettivi, fino a fine dicembre, e per le aziende che continuino a godere della cassa Covid o degli sgravi.
Sono in arrivo anche incentivi per le assunzioni. In particolare il testo del decreto prevede innanzitutto la decontribuzione, tramite un esonero dal versamento dei contributi previdenziali alle aziende che:
- non ricorrono alla Cig,
- che assumono a tempo indeterminato
In particolare:
- ai datori di lavoro privati, con esclusione del settore agricolo, che non richiedono i trattamenti di Cig e che abbiano già fruito, nei mesi di maggio e giugno 2020, dei trattamenti di integrazione salariale è riconosciuto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico, per un periodo quattro mesi, fruibili entro il 31 dicembre 2020, nei limiti di 8060 euro annui
- fino al 31 dicembre 2020, ai datori, con esclusione del settore agricolo, che assumono lavoratori subordinati a tempo indeterminato, con esclusione dei contratti di apprendistato e dei contratti di lavoro domestico, è riconosciuto, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico, per un periodo massimo di sei mesi decorrenti dall’assunzione, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL
Buone notizie per le imprese turistiche ricettive e per quello dello spettacolo, perché la bozza del provvedimento di agosto prevede anche la cancellazione della seconda rata Imu per alberghi, b&b, campeggi e tutte le strutture ricettive e per il settore dello spettacolo.
In particolare, si legge nel testo:
“Per l’anno 2020, non è dovuta la seconda rata dell’imposta municipale propria (IMU):
- immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, nonché immobili degli stabilimenti termali;
- immobili rientranti nella categoria catastale D/2, e relative pertinenze e installazioni funzionali, e immobili degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù, dei rifugi di montagna, delle colonie marine e montane, degli affittacamere per brevi soggiorni, delle case e appartamenti per vacanze, dei bed & breakfast, dei residence e dei campeggi, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate;
- immobili rientranti nella categoria catastale D in uso da parte di imprese esercenti attività di allestimenti di strutture espositive nell’ambito di eventi fieristici o manifestazioni;
- immobili rientranti nella categoria catastale D/3 destinati a spettacoli cinematografici e teatrali, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate.
C’è spazio anche per il cashback nel provvedimento estivo anti-crisi del Governo. Si tratta del Bonus Pos 2020: il meccanismo di rimborso di alcune tipologie di acquisti effettuati pagando con carta dei credito o bancomat. Si parla però di introduzione per il 2021. E’ questo l’anno in cui saranno stanziate le risorse necessarie a finanziarlo.
Sull’esatto funzionamento dell’incentivo e sulle modalità di rimborso viene chiesto al Ministero dell’economia di intervenire emanando appositi decreti attuativi. In merito il premier Conte ha ribadito in conferenza stampa:
“Abbiamo anche anticipato la misura del cashback, già programmata con la legge di Bilancio – ha spiegato Conte -. Non l’abbiamo potuta realizzare per la pandemia, adesso la attiviamo dal 1 dicembre 2020.