Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi, giovedì 18 novembre, il decreto attuativo che rende operativo da marzo 2022, l’assegno unico e universale per i figli, finanziato dallo Stato con 15 miliardi per il 2022 che saliranno progressivamente negli anni successivi. Per l’ok definitivo servirà il voto delle Camere previo parere delle commissioni competenti.
Si tratta di un benefit mensile di importo variabile che sostituisce e assorbe i vecchi aiuti alla famiglia, dal bonus bebé agli assegni familiari. E’ riconosciuto a tutte le famiglie con almeno un figlio (a partire dal settimo mese di gravidanza e fino ai 21 anni), indipendentemente dall’Isee, anche se la cifra è modulata in base vari criteri tra cui reddito, numero di figli, presenza di disabili, lavoro di uno o entrambi i genitori. Potranno richiederlo tutti coloro che sono residenti in Italia da almeno due anni, compresi i cittadini extracomunitari.
La domanda andrà inoltrata all’Inps in via telematica, o tramite patronati, a partire dal mese di gennaio. Le modalità saranno comunicate dallo stesso Istituto entro 20 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge, che dovrebbe comunque arrivare prima della la fine dell’anno. Non c’è ancora una data in cui saranno aperte ufficialmente le domande, perché non si conoscono ancora i tempi esatti dell’iter parlamentare. L’assegno potrà essere richiesto da un genitore oppure da entrambi (in questo secondo caso l’importo sarà diviso a metà).
Il bonus parte dal mese di marzo 2022 e durerà fino a febbraio 2023. Anche chi farà domanda successivamente avrà diritto agli arretrati, a patto che la domanda sia inoltrata entro giugno. L’Inps avrà 60 giorni dalla presentazione della domanda per riconoscere l’ assegno, che poi sarà accreditato direttamente sul conto corrente del beneficiario a partire dal mese successivo a quello della domanda. Per i percettori di Reddito di cittadinanza l’erogazione avviene con le stesse modalità.
Il bonus è valido dal settimo mese di gravidanza al 21esimo anno di età a patto che il figlio studi, faccia tirocini o anche il servizio civile.
L’importo dell’assegno va dai 50 ai 175 euro al mese che diventano 25 e 85 per i figli tra i 18 e i 21 anni. Sarà modulato in base a diversi parametri, in primis il reddito del nucleo familiare calcolato con Isee. Per i mesi di gennaio e febbraio di ogni anno si fa riferimento all’Isee in corso di validità a dicembre dell’anno precedente. Con la domanda andrà presentata la dichiarazione Isee, ma anche chi non la presenta riceverà comunque l’assegno, al minimo naturalmente. Due le soglie di reddito: il massimo dell’importo sarà ricevuto sotto i 15mila euro, sopra i 40mila si riceverà il minimo.
Sono previste maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili. Nelle domande si valuterà poi se lavori un solo genitore o entrambi.
A partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre i nuclei con “quattro figli o più” riceveranno un’ulteriore “maggiorazione forfettaria” da 100 euro al mese. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, si otterranno altri 30 euro in più.