Saranno le indagini avviate dalla Procura di Napoli a far luce sulla morte del 15enne Luca Piscopo. In particolare, si attende l’esito dell’esame autoptico disposto sulla salma dell’adolescente che si è sentito male dopo aver consumato una cena a base di sushi in un ristorante del quartiere Vomero, con formula all you can eat, lo scorso 23 novembre.
Circa 10 giorni dopo, il 2 dicembre, Luca è morto nel sonno, dopo una cura a base di antinfiammatori.
Le indagini sono scaturite dalla denuncia sporta dai genitori del 15enne, la procura di Napoli ha aperto un fascicolo su cui lavorano i pm Federica d’Amodio e Luigi Landolfi. Iscritti nel registro degli indagati il proprietario del ristorante etnico, di nazionalità cinese, e il medico di base di Luca, 61 anni, che aveva prescritto al 15enne una terapia domiciliare. Il reato contestato è quello di omicidio colposo. A fare luce sulle cause che hanno portato al decesso e del ragazzo saranno Alfonso Maiellaro, medico legale, Alfonso Nappi, infettivologo e Tiziana Ascione, anatomopatologo.
Luca Piscopo era uno studente modello, tifoso acceso del Napoli. Per lui, durante Napoli-Atalanta dello scorso 3 dicembre, i tifosi partenopei hanno esposto uno striscione fuori dallo stadio Maradona sul quale c’era scritto “Ciao piccolo Luca”.
Dopo quella cena a base di sushi con alcune amiche, lo scorso 23 novembre, Luca si era sentito male. I sintomi accusati dal 15enne sarebbero stati quelli tipici di un’intossicazione alimentare: disturbi intestinali accompagnati da febbre. A determinarli, sembrerebbe, il batterio della salmonella. Il medico gli ha prescritto dei farmaci che hanno anche portato a dei miglioramenti delle condizioni di salute del giovane che ciononostante, lo scorso 2 dicembre, è deceduto nel sonno.