Non si sedano le polemiche intorno alla vicenda dei novelli sposi romani che hanno prenotato il ristorante per i festeggiamenti delle nozze, senza precisare che si trattasse di un banchetto matrimoniale.
Un episodio che ha scatenato un animato dibattito sui social, accendendo il riflettore sui rapporti tra ristoratori e sposi per quanto riguarda la gestione del post cerimonia.
Considerati i prezzi maggiorati in genere richiesti per il catering, una coppia di sposini ha ben pensato di prenotare un ristorante senza chiarire che fosse per un matrimonio, facendo andare su tutte le furie il ristoratore una volta arrivati in loco.
La coppia romana, protagonista della vicenda, quasi certamente spinta dalla voglia di risparmiare vista l’esosità delle richieste dei ristoratori per pranzi e cene di nozze, ha deciso di superare l’ostacolo utilizzando un piccolo trucchetto per ridurre le spese superflue in vista delle nozze.
I coniugi hanno prenotato telefonicamente un tavolo per 30 persone, senza specificare di voler festeggiare un matrimonio. Appena arrivati al locale, è scoppiata una lite tra gli sposi e il proprietario del ristorante, che, una volta capito dagli abiti nuziali di non avere di fronte dei semplici clienti, ha mostrato rabbia per la strategia attuata dai novelli sposi. Infatti, a detta del ristoratore, un pranzo nuziale merita, anche agli occhi degli altri presenti non invitati, uno standard di trattamento più elevato, impossibile da assicurare senza preavviso. Inoltre, il proprietario ha espresso le criticità riguardo la confusione, sia in cucina che nel locale, che avrebbe potuto portare il matrimonio.
In realtà, al ristoratore, una volta accettata la prenotazione per un tavolo di 30 persone, nulla cambia se queste si trovano lì per un matrimonio o per qualsiasi altro evento. Non vi sono differenze sia in termini di caos nel locale, sia di preparazione dello staff.
Sui vari social network l’idea degli sposi è stata fortemente apprezzata, sostenendo di aver dato una lezione a una categoria, quella dei ristoratori, che troppo spesso approfitta di tali eventi per arricchirsi in modo smodato e ingiustificato.
Nell’ottica dei ristoratori, il raggiungimento dell’accordo sulla prenotazione, senza averne prima chiarito i termini, corrisponde a un comportamento illecito.
In realtà, nel caso preso in esame, la condotta degli sposi è da ritenere perfettamente in linea con la legge.
Il ristoratore avrebbe potuto opporre rimostranze solo nel caso in cui gli sposi avessero richiesto degli extra o dei servizi supplementari al semplice pranzo. Se, come nel caso di specie, gli sposi decidono di festeggiare in un ristorante con un pasto “normale” in compagnia di amici e parenti stretti, il ristoratore nulla può eccepire.
Dunque, i ristoratori devono trattare gli sposi e i loro invitati come clienti ordinari, a meno che non vengano fatte richieste aggiuntive dagli sposi in relazione al menu, allo staff, alla preparazione dei tavoli ecc.