Dallo scorso 18 settembre, al civico numero 20 di via San Michele a Ponticelli, la quiete dei residenti in zona è seriamente minata da un’accesa disputa familiare. Un antico rudere, dove spopola l’abusivismo, così come comprova la cappella votiva in cemento che ostruisce parzialmente l’arco di ingresso dello stabile. L’indirizzo e il civico scalfiti con una bomboletta spray di colore blu, ormai quasi sbiadita.
Uno dei tanti angoli dei quartiere dove famiglie povere e disagiate hanno ricavato un’abitazione di fortuna e proprio la casa soprastante l’arco d’ingresso è finita al centro di un’accesa disputa di carattere familiare che in più circostanze è sfociata in episodi di violenza che hanno spaventato e non poco le altre famiglie che vivono in zona. In seguito alla morte della donna che abitava in quella casa, tra i parenti è partito il toto-erede per stabilire a chi spetta l’appartamento. Non potendosi rivolgere a un notaio, trattandosi di un immobile che non può definirsi di proprietà della donna deceduta in quanto occupato abusivamente, i tanti eredi hanno dato il via ad un’accesa disputa per arrogarsi arbitrariamente il diritto di accaparrarsi l’appartamento. Una disputa dove prevale la logica del più forte, così come comprovano le risse avvenute di recente.
Tutto ha avuto inizio la sera di domenica 18 settembre, quando il più violento degli eredi, il pregiudicato M.A., non si è fatto scrupoli a colpire più volte con un bastone una parente che gli ha impedito di occupare in maniera coatta l’abitazione oggetto del contenzioso familiare. In quella circostanza, per sventare il peggio, i residenti in zona hanno allertato le forze dell’ordine. La presenza di diverse pattuglie lungo la strada ha richiamato l’attenzione degli abitanti del quartiere che avevano ipotizzato che si trattasse dell’ennesimo episodio di matrice camorristica scaturito nell’ambito della faida in corso tra i clan in lotta per il controllo del territorio. Un ipotesi avvalorata dal fatto che via San Michele si trova nella zona di San Rocco, uno dei fortini del clan De Micco.
Invece, almeno in quella circostanza, il copioso dispiegamento di volanti dei carabinieri si rese necessario per sedare una lite tra zia e nipote, mentre i medici del 118 fornirono alla donna aggredita le cure del caso, oltre a soccorrere una persona anziana residente in zona ed affetta da problemi cardiaci che nell’assistere alla lite fu colta da un malore.
I militari non riuscirono a bloccare l’uomo che fuggì prima dell’arrivo dei carabinieri. La zia, terrorizzata dall’idea che il nipote potesse fare ritorno nel rudere per aggredirla nuovamente, da quella sera ha abbandonato la sua abitazione e ha fatto perdere le sue tracce. Ciò non è bastato a tranquillizzare i residenti in zona, più volte minacciati da M.A. che non ha gradito l’interferenza dei carabinieri nel corso della serata di domenica 18 settembre e che pertanto, nei giorni successivi, ha intimato alle famiglie che vivono lì di guardarsi bene dal seguitare ad intromettersi, se non vogliono subire delle pesanti ritorsioni. I precedenti penali dell’uomo sono noti, al pari della sua indole violenta ed aggressiva, motivo per il quale, in via San Michele, 20 regna la paura, ormai da quasi un mese.
In questo clima, lo scorso venerdì 7 ottobre, intorno alle 12, si è consumata l’ennesima rissa brutale in strada. “Gli eredi” che mirano ad impadronirsi di quell’abitazione se le sono date di santa ragione, sotto gli occhi attoniti ed ammutoliti dei residenti in zona che non hanno allertato le forze dell’ordine, proprio perché temono di finire invischiati in quel contenzioso che, di giorno in giorno, s’incattivisce sempre di più.
Seppure, nelle settimane precedenti, diverse persone abbiano allertato la polizia municipale invocandone il provvidenziale intervento per ripristinare la legalità, allo stato attuale non si registra alcun provvedimento da parte dei caschi bianchi.