Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è giunto a Napoli per presiedere il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica svoltosi in Prefettura. Presenti il prefetto Claudio Palomba, il sindaco Gaetano Manfredi e tutti i vertici istituzionali, della magistratura e delle forze dell’ordine.
«Sono venuto a Napoli per ascoltare. – ha affermato Piantedosi – Come ho già fatto a Milano qualche giorno fa, dico che le tre grandi aree metropolitane del Paese meritano tutte la stessa attenzione e devono essere trattate in modo comune. Qui c’è da affrontare il tema della ripartenza di una città che vive ormai di turismo 12 mesi l’anno». “Sicuramente avremo più unità di forze di polizia in città, ma non è quello il tema. A Napoli bisogna rivedere la metodologia degli interventi, c’è un problema molto specifico, e più forte che altrove, che ruota attorno ai temi del disagio giovanile e della criminalità minorile”.
«Per quanto riguarda il funzionamento della rete di videosorveglianza già esistente a Napoli registriamo un miglioramento dell’efficienza manutentiva dal 75 all’81% delle telecamere, ci sono 1,1 milioni per Caivano, non siamo fermi. E’ evidente che anche il progresso tecnologico, l’adeguatezza tecnologica, deve seguire le normali evoluzioni della funzionalità di questi apparati. Anche di questo ne abbiamo parlato, mi riprometto di vedere se con i prossimi provvedimenti alcuni stanziamenti a beneficio della sicurezza urbana dei comuni possano essere ulteriormente implementati”.» ha aggiunto. «Ci sono finanziamenti in atto previsti per migliorare la rete complessiva – ha aggiunto – già nel 2023 sono previste ulteriori risorse, non siamo fermi. È evidente che anche il progresso tecnologico l’adeguatezza tecnologica deve seguire le normali evoluzioni della funzionalità di questi apparati, abbiamo parlato anche di questo. Mi riprometto di vedere se con i prossimi provvedimenti alcuni stanziamenti a beneficio fondo sicurezza e urbana o che prevedono sostegni ai Comuni possano essere ulteriormente implementati».
«Qui a Napoli c’è un problema, molto specifico e più forte che altrove, che ruota attorno ai temi del disagio giovanile e della criminalità minorile. Le soluzioni sono complicate, incrociano temi che vanno oltre la semplice riscrittura del Codice penale o iniziative di contrasto e di repressione. Ci stiamo ragionando, c’è anche un’analisi sui temi della dispersione scolastica e su quanto incide. C’è sicuramente impegno, confidiamo quanto prima di registrare l’incidenza in positivo di questo lavoro» ha aggiunto il ministro dell’Interno che ha tenuto a sottolineare «la perfetta conoscenza del fenomeno qui da parte delle istituzioni, anche nelle sue particolarità e suddivisione territoriale, e la piena sinergia tra le istituzioni, che affrontano il tema non solo per lo spirito che gli compete per missione istituzionale, ma con una passione che va ben oltre. Le loro indicazioni, i loro suggerimenti e le riflessioni saranno oggetto di approfondimenti successivi che porterò anche ai miei colleghi di governo».
Tra i temi caldi quello delle occupazioni abusive. “Il fenomeno lo conoscevo, ho avuto modo di incrociarlo in maniera importante da prefetto di Roma” dice Piantedosi. “Su questo – spiega – c’è un raccordo interistituzionale perfetto, è un tema molto sfidante perché incrocia problemi di criminalità organizzata, di welfare sostitutivo della criminalità organizzata ma anche di ostaggio, di scudi umani e poi anche di persone che hanno effettivamente bisogno delle case. So che si sta facendo un lavoro molto proficuo per distinguere questi casi e offrire soluzioni alternative che possano garantire la salvaguardia delle oggettive fragilità: non ci saranno occupazioni che saranno risolte buttando in strada bambini, anziani e persone malate”.
Il Ministro dell’Interno ricorda che ci sono “dei tempi che chi opera la legge deve seguire” e risponde in maniera analoga anche sulla questione dei campi Rom spiegando che le iniziative da mettere in campo “devono incrociare il ripristino delle condizioni di legalità e normalità ma avendo al contempo cura delle fragilità”. “E’ difficile mettere insieme tutto in un momento storico in cui comuni hanno difficoltà di risorse. Io sono qua – sottolinea Piantedosi – per raccogliere idee, capire come aiutare e nel caso creare sinergie”.