Il Consiglio comunale di Napoli ha approvato a maggioranza la deliberazione di variazione del bilancio per la realizzazione dell’impianto di compostaggio nel quartiere di Ponticelli.
L’impianto verrà realizzato in via de Roberto, nell’area dove insiste anche il depuratore di Napoli est e dove all’epoca della giunta Iervolino si ipotizzò un termovalorizzatore.
Salvo imprevisti, l’impianto sarà pronto tra circa due anni. Il costo è di 23,6 milioni di euro ricavati da un finanziamento regionale che ha messo a disposizione dei Comuni un totale di 220 milioni di euro per la realizzazione di 15 impianti che dovranno processare le 750.000 tonnellate annue di frazione organica previste nel piano regionale dei rifiuti del 2016. Quello varato dalla Campania in risposta al procedimento dell’Unione Europea che ha comminato una multa all’Italia di 120.000 euro al giorno per il mancato completamento del ciclo dei rifiuti in Campania. Il sito di compost partenopeo tratterà 35.000 tonnellate all’anno.
La delibera approva una variazione al bilancio di previsione 2021-2023 per l’applicazione di una quota di avanzo vincolato per l’importo complessivo di 22.645.517,03 euro (fondi annualità 2017-2018-2019).
L’assessore all’Ambiente, Paolo Mancuso, ha illustrato il provvedimento spiegando che si inserisce nell’ambito della strategia di riduzione dei rifiuti definita dalla Regione Campania, che prevede per la città di Napoli la realizzazione di tre impianti di compostaggio.
La precedente amministrazione individuò Ponticelli come area per il primo impianto, su una proprietà della Regione ceduta in comodato d’uso al Comune. «La delibera – ha spiegato – è corredata di tutte le autorizzazioni necessarie rilasciate dagli enti competenti e dei dati progettuali dell’impianto, con l’indicazione delle caratteristiche, tra le quali le fasi di lavorazione del rifiuto, che si svolgono tutte all’interno e sotto controllo costante. Si comprendono i timori dei cittadini rispetto a questi temi, anche alla luce della grave emergenza che ha colpito la città negli anni passati, ma questo conferma che la scelta non può che essere quella della presa in carico del rifiuto e della gestione industriale dell’azienda partecipata. Il costo del progetto, inoltre, è aumentato del 30 per cento, e per questo occorrerà approvare una successiva variazione di bilancio. Si tratta – ha precisato ancora Mancuso – solo del primo dei tre impianti di cui la città dovrà dotarsi. Solo in questo modo si potrà evitare che la Regione continui a pagare multe milionarie all’Unione Europea per il divieto di trasportare rifiuti fuori dal territorio in cui sono prodotti».