Buone notizie sul fronte della digitalizzazione dei servizi per Napoli: il capoluogo campano risulta infatti essere tra le migliori città del sud nell’indice ICity Rank 2021 di FPA, società del gruppo Digital 360. La classifica punta l’attenzione, in particolare, sulla trasformazione digitale di diversi servizi offerti al cittadino, dalle attività amministrative a quelle di comunicazione e informazione, passando per l’innovazione culturale, istituzionale e organizzativa, fondamentale per migliorare la qualità della vita nelle città.
A vincere per il secondo anno consecutivo è Firenze, che può dunque fregiarsi del titolo di “città più digitale d’Italia”, ma non mancano altri interessanti spunti di riflessione scorrendo la graduatoria.
Napoli tra le città top nel sud Italia
Proprio la città partenopea, con un balzo in avanti di 11 posizioni e la 26esima posizione conquistata, rappresenta una delle note più positive dell’intero studio, pecora nera di un meridione che anche in questo caso sembra essere in forte difficoltà.
A livello regionale, per esempio, di gran lunga peggiori sono i risultati delle altre città campane, con Salerno ferma all’83esimo posto, Benevento al 95esimo, Caserta al 100esimo e Avellino addirittura al 104esimo posto su 107 province.
Anche guardando all’intero meridione, il risultato ottenuto da Napoli può dirsi altamente soddisfacente: solo Palermo (12esima) e Bari (20esima) superano il capoluogo campano, con Lecce che invece segue a soli 4 punti di distanza.
Al dato positivo di queste città si contrappone, purtroppo, l’ennesima occasione persa per il sud Italia, che nella prima metà della classifica riesce a piazzare soltanto 5 capoluoghi, sintomo di un processo di modernizzazione che continua a non decollare e che rischia di lasciare ancora una volta indietro un territorio ricco di potenzialità ma altrettanto sommerso dai problemi.
L’importanza del digitale nei servizi al cittadino
La digitalizzazione dei servizi rivolti al cittadino oggi non è più un semplice vanto ma un passaggio fondamentale affinché le nostre città, piccole e grandi, possano essere sempre più vivibili e a misura di individuo. Sia nel rapporto con la Pubblica Amministrazione che nella gestione delle diverse attività sul territorio, poter contare su strumenti digitali efficienti significa infatti garantire la massima accessibilità dei servizi e migliorare la qualità della vita su più livelli.
Le recenti introduzioni di novità, come lo SPID o l’Anagrafe Nazionale Popolazione Residente, consultabile su anagrafenazionale.interno.it, rappresentano solo gli ultimi passaggi di un percorso finora un po’ lento, nel quale il pubblico non è riuscito a tenere il passo dell’offerta privata. Basti pensare al successo di servizi online offerti da piattaforme di vario genere che, dedicandosi per esempio all’intrattenimento o alla formazione, sono riuscite a costruire in pochi anni un modo tutto nuovo di accedere ai film, ai giochi o ai corsi online.
Significativa è, in questo senso, l’esperienza dei casino online, che digitalizzando la tradizionale esperienza di gioco al tavolo verde sono riusciti a creare un mercato florido e in continua crescita. Piattaforme di settore come quelle censite da casinos.it riescono oggi a garantire non soltanto ricchi cataloghi di giochi, ma anche elevati livelli di sicurezza e facilità di accesso, ponendosi come una delle realtà più interessanti non soltanto in ambito videoludico ma nell’intero universo web.
Tutte queste potenzialità, applicate alla vita comunitaria in città, rappresentano un’occasione da non perdere per gli enti pubblici, che proprio grazie al digitale potranno avvicinarsi ancora di più al cittadino e abbattere quel muro di diffidenza creatosi in decenni di burocrazia.
Città digitali: un percorso in continua evoluzione
Come fanno notare gli analisti FPA, la classifica ICity Rank 2021 pone in evidenza alcuni aspetti fondamentali: a un primo blocco di città realmente “digitali”, capaci di creare una vera e propria innovazione di sistema, segue infatti un lungo elenco di Comuni che riescono a posizionarsi bene solo su alcuni settori.
Le prime 22 città in graduatoria, come sottolineato dal direttore generale di FPA Gianni Dominici, sono quelle che “utilizzano in modo diffuso, organico e continuativo le nuove tecnologie nelle attività amministrative, nell’erogazione dei servizi, nella raccolta ed elaborazione dat,nell’informazione, nella comunicazione e nella partecipazione”. Diverso è il discorso dalla 23esima posizione in giù dove, nonostante piazzamenti comunque positivi, non si riscontra una crescita uniforme in tutti i parametri di riferimento, il che tuttavia può essere letto come un normale passaggio del percorso di trasformazione digitale.
Da considerare assolutamente negativi, infine, i risultati ottenuti dalle ultime venti città capoluogo (da Caltanissetta a Foggia, fino alla maglia nera Enna), per le quali risultano gravi insufficienze in tutti i settori considerati per la valutazione complessiva, un campanello d’allarme che le istituzioni non dovranno sottovalutare se non intendono lasciare indietro il proprio territorio in questa importante fase di trasformazione e sviluppo globale.
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