L’assassino di Francesco Pio Maimone, il 19enne ucciso a Mergellina nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 marzo, ha un nome, un cognome e un clan d’appartenenza.
Il giovane, 20enne, originario del quartiere napoletano di Barra e appartenente ad una famiglia camorristica di primo ordine della malavita locale, è stato portato in Questura nel corso della mattinata di martedì 22 marzo e interrogato dagli investigatori della Squadra mobile e dal magistrato. In serata è scattato il fermo. Il giovane è accusato di omicidio volontario con l’aggravante mafiosa.
I poliziotti della Squadra Mobile partenopea, sotto le direttive del primo dirigente Alfredo Fabbrocini, già poche ore dopo l’omicidio del 18enne erano riusciti a risalire all’identità del killer. Fondamentali le informazioni fornite dai testimoni oculari e le immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza presenti nell’area degli chalet di Mergellina e del lungomare Caracciolo.
Secondo una prima ricostruzione, il ventenne fermato avrebbe sparato almeno tre colpi ad altezza d’uomo per poi fuggire a piedi, venendo anche ripreso da una telecamera di videosorveglianza stradale.
Nelle ore successive all’omicidio, il 20enne si era reso irreperibile, ma è stato rintracciato dai poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato San Giovanni presso un’abitazione di alcuni conoscenti nel quartiere di Ponticelli. Gli agenti hanno perquisito anche la sua abitazione, dedicando particolare attenzione anche il guardaroba alla ricerca degli abiti che indossava nel momento in cui ha commesso il delitto.
Si chiama Francesco Pio Valda il presunto assassino di Franceso Pio Mormone: stesso nome, pressoché coetanei, nati e cresciuti sui due versanti opposti della città. Il primo sul fronte orientale, a Barra, l’altro su quello occidentale, nel quartiere Pianura. Nati e cresciuti lasciandosi ispirare da due correnti di pensiero agli antipodi.
Francesco Pio Mormone, prossimo a compiere 19 anni, riders di professione, mirava a cercare un altro lavoro per racimolare ulteriore denaro da mettere da parte per realizzare il suo sogno: aprire una pizzeria tutta sua.
Francesco Pio Valda, 20 anni, porta un cognome pesante tra le strade delle periferie orientale della città: è il figlio di Ciro Valda, pregiudicato ritenuto legato al clan Cuccaro ucciso nel 2013, quando aveva 34 anni. I sicari lo uccisero sotto casa, in via Mastellone a Barra. Suo fratello Luigi, invece, fu arrestato lo scorso agosto per il tentato omicidio di un minorenne avvenuto nella notte tra il 21 e 22 luglio 2022.
La sua è la storia di un predestinato, nato e cresciuto in una famiglia servile alla camorra: padre, fratello e perfino la nonna Giuseppina Niglio, in passato è rimasta coinvolta in inchieste legate al clan. Di recente, contro la sua abitazione sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco.
Nel 2020, Francesco Pio Valda fu arrestato per spaccio di droga, quando era ancora un minorenne, insieme al fratello. Beneficiò della messa alla prova per meriti sportivi, in quanto allenatore di una squadra di calcio e aveva fatto il pizzaiolo per un periodo, cimentandosi con il lavoro dei sogni del ragazzo che ha ucciso a Mergellina. Secondo quanto dichiarato da alcuni conoscenti, il 20enne era uscito all’incirca un mese fa dalla comunità di recupero alla quale era stato affidato.
Un mese che il 20enne avrebbe speso per conquistare un posto di rilievo tra le giovani leve del clan Aprea, perché se un tempo i Valda erano affiliati al clan Amodio-Abrunzo, gruppo in guerra con i Aprea-Cuccaro-Andolfi di Barra, adesso lo scenario è mutato radicalmente, come spesso accade nei contesti malavitosi. I Valda e gli Abrunzo sarebbero infatti confluiti nel clan Aprea e il 20enne arrestato sarebbe uno dei tanti giovani affiliati al clan che amano ostentare nelle stories pubblicate sui social lo sfarzo di una vita sfrontata e agiata, a suon di bottiglie stappate nei locali e di musiche che inneggiano alla malavita per rilanciare, al contempo, l’affiliazione e il senso d’appartenenza al clan.