Doveva essere un semplice intervento in una università, davanti a tutti gli studenti, ma si è trasformato nell’ennesima polemica social. Forse per colpa di chi ha messo in circolazione il clamore di una notizia shock (che in realtà di scioccante non ha niente), forse per colpa della solita invidia o della solita imparzialità di chi non ama il personaggio in questione, forse perché quando un vip fa qualsiasi semplice gesto deve essere per forza additato e le sue azioni quotidiane sono scovate con la lente di ingrandimento.
Al Polo di Scienze sociali di Firenze, la lezione di qualche giorno fa è costata cara a Jovanotti.
Il cantante, tra le altre cose, ha raccontato di aver effettuato una serie di lavoretti, quando aveva tra i tredici e i sedici anni d’età. Come la maggior parte dei ragazzi, quindi, è stato costretto a rimboccarsi le maniche per dare una mano e far quadrare i conti in famiglia. E, come accade spesso anche ai “comuni mortali”, la sua collaborazione non è stata retribuita.
«Ultimamente ho partecipato a diversi festival in America e vedevo tantissimi ragazzi che lavoravano. Ad un certo punto ho chiesto: “Scusate, ma questi chi li paga?”. Mi hanno risposto: “Sono volontari, lavorano gratis, ma si portano a casa un’esperienza”. Così mi sono ricordato che quando ero ragazzo anche io lavoravo gratis alle sagre e mi divertivo come un pazzo. Imparavo ad essere gentile con le persone… Se mi avessero detto: “Non lo fare, vai in colonia!”, sarebbe stato peggio. Ma per me quel volontariato lì era una festa, anche se lavoravo alla sagra della ranocchia»: queste le parole riportate dai vari giornali.
Anche ascoltando per intero la conferenza (il video integrale si trova su internet), ci si rende conto che il succo del discorso non è niente di talmente particolare da meritare una polemica. Jovanotti ha semplicemente sottolineato il fatto che sia normale a volte fare un po’ di gavetta gratuita pur di iniziare a inserire qualcosa sul proprio curriculum vitae. Non ha sostenuto che sia necessario essere sottopagati e sfruttati, non ha detto qualcosa a sfavore dei giovani, ma ha soltanto riportato ciò che ha vissuto in passato in prima persona e che crede sia giusto che ognuno viva, prima di arrivare a ricoprire la posizione ideale e a guadagnare i compensi agognati.