Ci sta provando, Carla. Sta lottando con tutte le sue forze la 37enne bruciata viva dall’ex compagno Paolo Pietropaolo lo scorso primo febbraio, per non scrivere il suo nome nel di per sé fitto elenco delle vittime di femminicidio.
Il suo primo pensiero, le sue prime parole sono state rivolte alla sua bambina, la piccola Giulia Pia. Già, perché quando il suo ex compagno le ha dato fuoco, Carla era incinta.
“Ce la devo fare per mia figlia”: queste le prime parole che ha sussurrato la donna, al risveglio da un incubo senza fine.
Anche se la prognosi resta ancora riservata, le condizioni della ragazza migliorano lentamente.
Sottoposta ieri al terzo intervento chirurgico, Carla è ancora sedata farmologicamente ed è tuttora ricoverata in condizioni critiche al Reparto Grandi Ustioni del Cardarelli, avendo riportato gravissime ustioni al viso, al collo e al cuoio capelluto.
Eppure non molla, Carla. Non può e non deve farlo, in nome di quella vita appena sbocciata che invoca l’amore e la presenza della sua mamma.