Le indagini sul clan Contini svolte da carabinieri e guardia di finanza sotto la guida della Dda di Napoli hanno nuovamente collocato al centro dell’attenzione pubblica e mediatica L’amnesia, “la droga moderna”, di pessima fattura, marijuana modificata con diversi additivi, quella che tiene banco tra le piazze di spaccio controllate da giovanissimi pronti a tutto pur di assicurarsi un tenore di vita invidiabile e conquistare onore, gloria e rispetto.
Nel corso della conferenza stampa tenuta in mattinata il procuratore Giovanni Colangelo ha sottolineato come le sostanze stupefacenti rendano incontrollabili le nuove leve dei clan. Il clan si riforniva dai Di Lauro, dagli Scissionisti e dai Gionta che hanno contatti diretti con i narcotrafficanti del centro e del sud America, ma aveva intrecciato anche rapporti con la ndrangheta.
Inoltre, nel corso dell’operazione sono stati sequestrati anche un agriturismo di Capodimonte che comprendeva anche di campi di calcio e un locale per matrimoni, decine di Rolex, alcuni con diamanti e Philippe Paté, 350 rapporti bancari, 5 quote societari, una imbarcazione di lusso, 40 immobili, 50 tra veicoli e motocicli. In complesso sono stati sequestrati beni del valore di 20 milioni di euro, ma la cifra, – ha spiegato il procuratore aggiunto Filippo Beatrice, – rappresenta solo una piccola parte degli incassi del clan. L’operazione contro i «signori della droga» era iniziata in nottata nel centro storico a Napoli, nella zona controllata dai Contini, tra Vasto, Arenaccia e il “buvero” di Sant’Antonio Abate: i carabinieri del comando provinciale di Napoli e del Ros hanno eseguito 33 arresti. Tra i destinatari figurano elementi di spicco del clan Contini.
I reati ipotizzati sono associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante delle finalità mafiose.
«Quella droga non è proprio buona, ma ci può far guadagnare»: così l boss Vincenzo Tolomelli parlando con un socio definiva quell’erba: «Non è buona proprio, non è buona proprio, ho fatto una canna, ma non è buona proprio».
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«L’amnesia è un tipo di cannabis. La si trova da anni sul mercato in molti coffee shop in Olanda mente si è diffusa in Italia da poco. Attualmente è la specie di marijuana più forte in commercio: procura una momentanea perdita di memoria. Non si tratta però di normale marijuana perché non contiene il principio attivo Thc per cui, essendo di scarsa qualità, ne viene aumentato il potere stupefacento con l’utilizzo di gocce di metadone o di altre sostante psicotrope (anche eroina) aggiunta a foglioline essiccate di pessima qualità, creando una sorta di cocktail micidiale e altamente tossico. Nel tempo può creare fortissima dipendenza»: così gli inquirenti impegnati nell’operazione spiegano l’amnesia.