Gli aguzzini di Mohammed Azzam, il 38enne marocchino residente a Scafati, barbaramente ucciso lo scorso 23 febbraio, sono stati identificati e bloccati dalle forze dell’ordine.
I due fori ritrovati sulla testa dell’ex macellaio, fecero presumere che il corpo contundente usato per seviziare lo straniero incensurato fosse una statuetta. Il resto delle torture gli furono inferte con un coltello da cucina, con cui Azzam è stato colpito ben due volte all’altezza del torace. Poi, con i piedi legati attraverso una corda di canapa è stato lasciato a terra nella sua camera da letto riverso in una pozza di sangue, prima di essere ritrovato dai vicini di casa del cortile Fienga.
Una morte lenta, sofferta, contraddistinta da una crudeli agonia. Vana si rivelò la corsa in ospedale, in seguito al ritrovamento del corpo, Mohammed morì poco dopo.
Una scena del crimine straziante e che ha indotto a pensare i carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, coordinati dal maggiore Enrico Calandro, che Azzam conosceva chi lo ha pestato a sangue. Una tesi avvalorata anche dalla porta dell’appartamento del Cortile Fienga, che non presentava nessun segno di effrazione come inizialmente spiegato dai vicini di casa che poi hanno lanciato l’allarme.
La svolta nelle indagini del marocchino Mohammed Azzam, è giunta grazie alla collaborazione tra i carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore e il personale del Comando Provinciale e del Reparto Anticrimine di Torino che hanno eseguito un decreto di fermo – emesso dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore – nei confronti di due cittadini marocchini, ritenuti responsabili dell’omicidio del loro connazionale.
I carabinieri hanno arrestato a Torino due delle tre persone ritenute responsabili dell’omicidio di Mohammed Azzam. I fermati sono i fratelli Hamza e Imad Essabri, un terzo complice è tutt’ora latitante. I carabinieri sono riusciti a risalire ai responsabili dell’omicidio seguendo le tracce delle celle telefoniche. Azzam era stato denudato e immobilizzato, quindi più volte tagliuzzato con un coltello. Infine colpito alla testa con un corpo contundente ed ucciso. I motivi dell’omicidio sono ancora al vaglio degli investigatori, ma stando alle prime indiscrezioni emerse, pare che Mohammed e i suoi aguzzino si conoscessero.