A quanto pare siamo proprio un Paese di burloni, da Nord a Sud, non c’è che dire. E lo siamo perchè, se spulciamo tra le cronache degli ultimi anni, ci accorgiamo che l’episodio avvenuto mercoledì sera a Pianura ha ben 3 precedenti. Tre tragici ed evitabilissimi precedenti nei quali l’essere umano non ha brillato di certo per buon senso.
è il giugno del 1992. Siamo alla “Piattigraf”, un’azienda specializzata nel commercio di macchine tipografiche a Mulazzano, nell’hinterland lodigiano. Mohammed Abutaher, un 32enne originario del Bangladesh, sta ripulendo insieme ad alcuni colleghi la sua tuta da lavoro con la pistola collegata ad un compressore d’aria. All’improvviso, uno degli operai, di appena 18 anni, gli avvicina la pistola. La pressione si scarica nell’intestino di Mohammed, perforandolo.
Cambiano l’anno e la collocazione geografica, ma la scena resta immutata. Questa volta siamo ad Aviano, Pordenone, in un cantiere edile. La mattina del 5 settembre del 2011 L.M., un operaio 49enne viene ferito da un suo collega 37enne con una pistola ad aria compressa mentre sta pulendo un pannello di compensato. La scarica d’aria colpisce il retto del malcapitato, lacerandogli l’intestino e costringendolo a portare, per un anno, un supporto artificiale esterno che gli consenta l’espletamento delle funzioni biologiche.
L’ultimo dei tre precedenti ha come sfondo un istituto professionale di Aosta. è la fine di settembre del 2013. Durante una lezione pratica in officina, un 17enne “spara” ad un suo compagno di classe un getto d’aria sul fondoschiena con un compressore. Gravissime le conseguenze: l’adolescente riporta lesioni nell’area genitale ed in quella peritoneale, nonché la perforazione dell’intestino.
Ora, partendo dal presupposto che lo scherzo è un comportamento in cui si dice o si fa qualcosa per divertimento o per burla, qual è il piacere che si prova nel mettere a rischio la salute di una persona? Possibile che non vi siano altri strumenti per giocare oltre ad un compressore ad aria che non nasce come strumento ludico?
Quello che è successo a Pianura è solo l’ennesimo episodio di violenza inutile ed ingiustificata. Una violenza figlia dell’ignoranza e della superficialità. Non si può definire “gioco” la perforazione dell’intestino con una pistola. E, soprattutto, non lo si può definire “gioco fatto senza malizia”.
La violenza, qualunque essa sia, va punita, non coperta o difesa, altrimenti, in un futuro non troppo lontano, finiremo per trovarci in un Far West nel quale ognuno si sentirà legittimato a compiere qualunque tipo di atto. Ed allora sarà troppo tardi per lamentarsi.