Mosca- Oggi lacrime, fiori bianchi e rossi, fotografie in bianco e nero e un solo cartello: “Je suis Boris Nemtsov”. Sarà questo il modo in cui i moscoviti onoreranno la morte del politico russo d’opposizione , ucciso il 27 febbraio vicino la famosa “Piazza rossa”. E l’inumazione avverrà presso il cimitero Troyekurovskoye, dove giace anche Anna Politikovskaja. Un accostamento non casuale. Infatti, anche la giornalista russa fu uccisa in circostanze misteriose: fu trovata, il giorno del compleanno di Putin (7 ottobre 2006), morta nell’ascensore del suo appartamento. Non simpatizzava, come Nemtsov, per il governo del leader russo; anzi, ne aveva fatto oggetto di aspre critiche nei suoi articoli. Due personalità di spessore, la cui morte dipinge ombre sulle torri variopinte del Cremlino.
Le indagini– Una notte d’inverno: Nemtsov passeggiava nei pressi del Cremlino con la compagna Anna Duriskaya, giovane modella ucraina. Quattro colpi di pistola e poi il silenzio. Poche le tracce, molte le supposizioni. Sono state messe a disposizione degli inquirenti le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza. Poco utili, a quanto pare: il volto dell’assassino rimane coperto nell’inquadratura da uno “spazzaneve” . Altrettanto approssimative sono le dichiarazioni della compagna: “Non ho visto nulla perché l’assassino è arrivato alle nostre spalle. Ho solo notato dopo la macchina di colore chiaro che si allontanava”. Ma, secondo le telecamere, l’assassino ha agito a piedi e poi si è allontanato con un’ auto scura guidata da un suo complice. Anna Duriskaya, dopo un lungo interrogatorio, è ora in Ucraina, ancora sotto shock per l’accaduto: ciò giustificherebbe l’inesattezza delle sue dichiarazioni.
In assenza di altri elementi, sono state molte le piste indicate per arrivare ai mandanti dell’omicidio:
Poroshenko accusa il Cremlino ritenendo Nemtsov “un personaggio scomodo” per quanto riguarda la questione ucraina. Infatti, uno dei leader dell’opposizione russa, Ilia Iashin, ha confermato che Nemtsov aveva intenzione di rendere pubbliche delle prove della presenza di truppe russe nel Donbass. Il Cremlino replica ritenendo” Nemtsov un comune cittadino” se paragonato alla popolarità di Putin: il Governo non avrebbe avuto alcun interesse nell’eliminarlo.
Un’altra ipotesi sarebbe quella del “complotto interno”, organizzato dai sostenitori stessi di Nemtsov per aumentare l’ostilità nei confronti di Putin. Secondo questa pista, non è casuale il fatto che l’omicidio è stato commesso alla vigilia della marcia anticrisi di primavera: una manifestazione organizzata da Nemtsov stesso e da altri esponenti di spicco dell’opposizione per protestare contro la possibile presenza di militari russi nel sud-est ucraino. Marcia che, tragicamente, si è convertita in corteo funebre.
Altre piste parlano di “omicidio passionale” e addirittura di un possibile coinvolgimento di terroristi islamici: Nemtsov aveva protestato apertamente contro la strage di Charlie Hebdo.
Aldilà delle supposizioni, l’omicidio di Nemtsov ha aperto una ferita profonda proprio nel cuore della Russia. Una ferita che difficilmente si rimarginerà. Dato che, come recitava un cartello durante la manifestazione in suo onore, “эти пули в каждого из нас” –“ Questi proiettili sono in ognuno di noi”.