Forcella è un popolo scosso, ferito, affranto, ma combattivo, instancabilmente combattivo. E proprio dalla voglia di reagire che sa attingere la forza necessaria per rialzarsi d seguitare a combattere, dopo l’ennesima morte innocente.
L’ultima vittima della camorra si chiama Maikol Giuseppe Russo, venditore ambulante di calzini, padre di due figli. La sua storia, la sua indole di ragazzo umile e genuino, ha scosso fortemente la coscienza degli abitanti del quartiere, stanchi ed increduli, nel dover vedere tramortire al suolo un’altra vita estranea alle logiche criminali.
Ed è così che, ieri sera, ancora una volta, gli abitanti di Forcella si sono riuniti a piazza Calenda con candele e striscioni alla mano, per dare luogo ad una sentita fiaccolata nel ricordo di Maikol. E non solo.
Un presidio nato nel ricordo di Maikol Giuseppe Russo, Genny Cesarano, Luigi Galletta e tutte le vittime innocenti della criminalità. Partendo simbolicamente proprio dal luogo di un assassinio, quello dello stesso Maikol, avvenuto il 31 dicembre per un proiettile vagante.
Così, ancora una volta, centinaia di persone hanno risposto con la loro presenza all’iniziativa del comitato “Un popolo in cammino”.
Alla fiaccolata hanno partecipato anche Antonio, Lina e Anita, i genitori e la moglie di Maikol. Presenti anche Antonio Cesarano, il padre di Genny e Vincenzo Gallotta, il padre di Luigi.
Un grande striscione accusa: “Chiediamo alle istituzioni, che fine avete fatto?”.
Un quesito che rilancia un tema sempre caldo e mai pienamente appagato e che rivendica maggiore supporto da parte di chi opera per far sì che le strade cittadine non si sporchino di altro sangue innocente.