La cronaca contemporanea si rivela capace di stupire, ogni giorno e con intensità crescente, l’opinione pubblica consegnando notizie che si fa davvero fatica ad accostare alla vita reale.
Impossibile che certe cose accadano realmente. Eppure accadono.
Accade che una banda di rapinatori albanesi consegnino la spietata e cruda sfrontatezza dell’ideologia criminale, pronta a tutto pur di raggiungere i suoi scopi, disposta a servirsi di qualsiasi mezzo per centrare l’obiettivo: i due cavavano i denti alle vittime delle loro rapine pur di farsi consegnare il bottino.
I carabinieri della Compagnia di Casoria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord, nei confronti dei due albanesi accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine in abitazione, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, lesioni personali aggravate e ricettazione.
L’ordinanza di custodia cautelare segue di pochi giorni il fermo di un altro cittadino albanese, già gravato nel paese d’origine di precedenti per rapina a mano armata e omicidio. Le indagini, condotte dall’ottobre 2015 e attualmente ancora in corso, hanno fatto luce su tre efferate rapine in abitazione, consumate a Dugenta (Benevento), Marsico Nuovo (Potenza) e a Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno).
Hanno inoltre permesso di raccogliere un grave quadro indiziario circa l’esistenza e l’operatività di un’associazione per delinquere, composta da cittadini di nazionalità albanese e dedita alla commissione di furti e rapine in abitazione nel territorio campano e Regioni limitrofe.
La modalità era sempre la stessa: irruzione notturna in ville isolate. Vittime ghermite e seviziate. Botte, denti cavati, minacce di morte. Incursioni perfettamente organizzate. Nel corso delle indagini sono state registrate fughe rocambolesche, sparatorie, posti di blocco forzati e vetture speronate.