Una sconfitta cocente e dura da digerire, soprattutto per le modalità attraverso le quali è franata nelle sorti di un match che sembrava tranquillamente avviarsi negli spogliatoi a reti inviolate e invece un gol maturato nei minuti finali ha scritto un epilogo diverso, consentendo, così, alla “Vecchia Signora” di agguantare il primato in classifica, pestando la coda al “ciuccio” partenopeo.
Il Napoli capitola allo Juventus Stadium, spalancando le porte ad un San Valentino ben diverso da quello agognato dai tifosi azzurri.
I tifosi biancoeri, “come da tradizione”, intonano “’O surdato ‘nnammurato”, ma all’ombra del Vesuvio, ormai, è un altro il tormentone che impazza.
“Un giorno all’improvviso”: è il canto d’amore e speranza che anima l’indole partenopea. Un coro infervorato da un sentimento che non può e non vuole essere un urlo strozzato in gola e così un folto gruppo composto da migliaia di anime che, a dispetto della sconfitta e del clima rigido, si è riunito all’aeroporto di Capodichino fino a notte fonda per attendere l’arrivo degli azzurri ed accoglierli come eroi di ritorno in patria dopo una gloriosa battaglia. A prescindere dalla sconfitta, la squadra ha lottato riversando in campo quell’orgoglio partenopeo che tanto desiderano riscontrare i tifosi napoletani. Gli azzurri hanno onorato la maglia in uno degli stadi storicamente più ostici ed ostili. Una sconfitta acclamata come una vittoria: ed è proprio in questo ritrovato senso d’appartenenza ed instancabile desiderio di riscatto che Napoli, in una delle sue notti più tristi e buie, ha conseguito la sua vittoria più significativa.