Il gip di Napoli, Valentina Gallo, ha convalidato il fermo emesso sabato scorso, 18 settembre, dalla Procura di Napoli nei confronti di Mariano Cannio, 38 anni, accusato dell’omicidio del piccolo Samuele, il bimbo di 4 anni precipitato dal balcone della sua abitazione venerdì scorso in via Foria a Napoli.
Nel corso dell’udienza di convalida che avuto luogo stamane, lunedì 20 settembre, l’uomo ha reso parziali ammissioni in merito a quanto accaduto. Cannio era stato arrestato sabato scorso dopo un lungo interrogatorio durante il quale aveva ammesso di aver preso in braccio il piccolo Samuele, ma non di averlo lanciato nel vuoto. Si era poi giustificato dicendo di avere problemi psichici.
Il piccolo Samuele ha perso la vita precipitando dal terzo piano del balcone di casa, in via Giuseppe Piazzi, facendo un volo di circa venti metri. Per il piccolo non c’è stato nulla da fare, è morto prima di arrivare in ospedale.
In quei minuti sua madre Carmen, incinta all’ottavo mese, era in un’altra stanza e il piccolo si trovava sul balcone con il 38enne Mariano Cannio, assunto temporaneamente per fare le pulizie domestiche in casa Gargiulo, proprio per dare una mano alla donna incinta. Subito dopo la morte del piccolo, nel caos che aveva invaso la casa dei Gargiulo e la strada, Cannio era tornato a casa senza che nessuno si accorgesse della sua assenza.
Nonostante l’appello diramato agli organi della stampa dalla madre del piccolo Samuele nei giorni scorsi, affinchè non venissero divulgati foto e video del bambino, in queste ore sui social network si è diffuso rapidamente un video che ritrae la disperazione della madre negli attimi successivi alla tragedia. Il video immortala la donna, sconvolta e disperata, mentre abbraccia il corpo del suo bambino, dopo la caduta.