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Concerto-tributo in memoria della moglie del boss Mascitelli nel Conocal di Ponticelli

Luciana Esposito di Luciana Esposito
29 Luglio, 2023
in Cronaca, In evidenza
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Concerto-tributo in memoria della moglie del boss Mascitelli nel Conocal di Ponticelli
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Il rione Conocal di Ponticelli si appresta ad accogliere l’ennesima festa-tributo in onore di un defunto riconducibile al contesto camorristico.

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A poche settimane di distanza dalla plateale manifestazione non autorizzata, andata in scena in occasione del trigesimo di Vincenzo Costanzo, il 26enne ras del clan D’Amico, ucciso in un agguato di camorra lo scorso 5 maggio, il prossimo 1° agosto è in programma un vero e proprio festival della canzone neomelodica, in onore della moglie del boss Bruno Mascitelli detto ‘o canotto.

Lo spettacolo doveva andare in scena lo scorso 26 luglio, ma per “motivi di ordine pubblico” è stato posticipato di 6 giorni. A precisarlo è l’organizzatore, nonchè figlio della defunta da commemorare: Giorgio Mascitelli, noto manager di diversi cantanti neomelodici, più volte finito nell’occhio del ciclone.

Un evento che ha suscitato vivo malcontento tra gli abitanti del Conocal, stanchi di subire le malefatte della camorra, non solo per il nutrito parterre di “artisti” che dovrebbero esibirsi, tra i quali spiccano la chiacchieratissima Rita De Crescenzo e Tony Colombo, marito della vedova del boss di Secondigliano Gaetano Marino, ma soprattutto perchè trovano irrispettoso quel tributo post mortem nel rione in cui tuttora vivono persone che hanno subito le angherie del boss Mascitelli che prima di dirottare nei comuni dell’entroterra vesuviano – è bene ricordarlo – si è fatto le ossa proprio marcando la scena camorristica ponticellese.

Di recente, ‘o canotto ha incassato uno sconto di pena: condannato in primo grado a 20 anni di reclusione, la pena è stata ridotta a 13 anni e 8 mesi dai giudici di secondo grado. Ciononostante, Bruno Mascitelli è un camorrista tutt’altro che di poco conto, il cui nome evoca ricordi ed eventi cruenti. Arrestato a dicembre del 2020, insieme ad altre 20 persone, accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e di reati in materia di armi, contro il patrimonio e contro la persona, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Bruno Mascitelli, detto ‘o Canotto, contava su diverse persone per gestire le sue piazze di spaccio nel quartiere orientale di Ponticelli e nel comune vesuviano di Pomigliano d’Arco, in particolar modo nei quartieri popolari IACP. Un vero e proprio esercito di luogotenenti ai quali impartiva singoli ruoli: pusher, gestori, affiliati, promotori, esattori.

Un arresto giunto al culmine di una carriera avviata da giovanissimo come recluta del boss Raffaele Cutolo, nel momento storico in cui scorrevano i titoli di coda sulla guerra con la Nuova Famiglia e la Nuova Camorra Organizzata si avviava verso la dissoluzione, favorendo la nascita del clan Sarno a Ponticelli. Proprio in veste di affiliato della cosca fondata da Ciro Sarno, ‘o canotto ha consolidato la sua carriera camorristica, segnata da diversi arresti e da una serie di vicende che lo hanno visto protagonista non solo tra le strade del quartiere della periferia orientale di Napoli, ma anche in diversi comuni del napoletano.

A far luce sul ruolo di Mascitelli concorrono anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tra le quali spiccano quelle di Cristiano Piezzo, ex reggente dei Mazzarella nel comune di Marigliano: «Bruno Mascitelli detto “canotto” è diventato il capoclan di Pomigliano d’Arco. Dopo la dissoluzione del clan Foria-Egizio, Mascitelli aveva trovato spazio libero per conquistare il territorio insieme allo “sghizzo”. I due hanno conquistato quel territorio anche grazie a un’alleanza con Mimì Capocelli, Pepe “il cacaglio”, Lello Rescigno di Castello di Cisterna e di diversi ragazzi del posto».  

Seppure suo figlio Giorgio sia incensurato e dedito all’attività di impresario di cantanti neomelodici, proprio la sua vicinanza a un ambiente nel quale non di rado la camorra è riuscita facilmente ad attecchire è finita più volte nell’occhio del ciclone.

Anche in questo caso specifico, a mandare su tutte le furie gli abitanti del Parco Conocal estranei alle dinamiche camorristiche è il puntuale connubio tra camorra e musica neomelodica. Tanti residenti in zona hanno segnalato l’evento alla nostra redazione, ritenendo che si tratti di uno spettacolo inopportuno e soprattutto fuori luogo, in quanto festa-tributo dedicata alla memoria della moglie di un boss detenuto che ha rovinato le vite di molti abitanti del quartiere e non solo. Per giunta, organizzata dal figlio. Un evento sul quale si legge a chiare lettere la firma della famiglia Mascitelli, in sostanza, in un contesto in cui quel cognome è fortemente sinonimo di camorra.

Oltre al vincolo di parentela che inequivocabilmente riconduce alla famiglia Mascitelli la defunta da omaggiare con una scorpacciata di esibizioni neomelodiche, gli altri due aspetti tutt’altro che trascurabili sono da ricercare nella location e nel momento storico in cui lo spettacolo si accinge ad andare in scena.

Meno di due mesi fa, gli interpreti della malavita locale hanno dato libero sfogo a tutta la loro irriverenza, sfilando tra le strade del Conocal per rendere omaggio al ras Vincenzo Costanzo. Una vera e propria azione dimostrativa con tanto di scooter a tutto gas e immagine iconica del defunto portata in gloria. Uno spettacolo indegno che ha conquistato le pagine di tutti i quotidiani locali, suscitando forte disappunto soprattutto per la vistosa assenza di forze dell’ordine, colpevoli di non aver fatto nulla per impedire e/o interrompere quello spettacolo indecoroso. Un copione che rischia di ripetersi a poche settimane di distanza, in un clima reso ulteriormente concitato dagli episodi che si sono verificati di recente: dagli spari in pieno giorno alla cattura del latitante Pasquale Nocerino che alcuni soggetti hanno tentato di impedire riversandosi in strada.
Motivo per il quale, gli abitanti del Conocal che mirano a debellare il tumore camorra, urlano a gran voce che “lo spettacolo non deve continuare”.

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