Sono più di quindici le donne che verranno ascoltate del giudice Luigi Forleo del Tribunale di Bari.
Le ragazze -tutte vallette, modelle, donne immagine di famosi locali, showgirl o aspiranti tali- sono state convocate per raccontare le loro serate in compagnia di Silvio Berlusconi.
Imputato principale delle vicenda è Gianpaolo Tarantini: l’imprenditore barese è accusato di aver reclutato donne da far prostituire con il Cavaliere in occasione degli incontri che avvenivano nelle residenze di quest’ultimo, in special modo Palazzo Grazioli. Secondo l’accusa sarebbero 26 le ragazze portate da Tarantini tra il 2008 e il 2009.
Stando alle indagini, che hanno preso il via grazie alla escort Patrizia D’Addario che ha reso nota la registrazione di una conversazione avvenuta con Berlusconi dopo una notte di sesso, Tarantini sarebbe colpevole di numerosi reati: associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento, induzione alla prostituzione e favoreggiamento.
L’imprenditore aveva messo in piedi questo giro di donne con la finalità di “consolidare il rapporto” con l’ex premier, per ottenere cariche istituzionali ed allacciare rapporti affaristici con i vertici di Protezione Civile e Finmeccanica.
Il processo inizierà il 6 febbraio, e tra i nomi delle testimoni spicca quello di Barbara Guerra -famosa per aver partecipato al reality show “La fattoria”- che pur continuando ad affermare “Non sono una escort” sarà tenuta a spiegare le frasi rilevate da un’intercettazione telefonica .
“Non puoi sembrare una troietta” -le diceva Tarantini –“Mettiti un cappotto scuro e arriva con dei giornali in mano; non so quanto dovrai stare lì, con quello sai quando entri e non sai quando esci”
E poi “Si è comportato bene con te?” e lei “Sì, mi ha sculacciato un po’ però…”
All’udienza non saranno depositate tutte le conversazioni intercettate tra Berlusconi, Tarantini e le ragazze: gli atti dovrebbero essere pronti alla fine di marzo.
Inoltre la Procura chiede il rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi, reo di aver indotto Gianpaolo Tarantini a mentire: costui ha affermato che il Cavaliere non sapeva che le donne invitate nella sua villa fossero prostitute, ma secondo i magistrati il Capo del Governo dell’epoca era perfettamente consapevole del fatto.