Dopo ben 6 anni dalla tragedia, durante l’udienza del processo dell’alluvione nel messinese, sono state richieste al termine della requisitoria pesanti condanne, per un totale di 110 anni.
La richiesta è stata espressa dai sostituti procuratori Antonio Carchietti e da Antonella Fradà, nel processo per l’alluvione del primo ottobre del 2009 che colpì una parte del messinese, in particolare la frazione di Giampilieri , il comune di Scaletta Zanclea ed alcuni paesi della zona ionica provocando 37 vittime. Poco più di un’ora è durato l’intervento dei due pubblici ministeri che hanno motivato le richieste per ogni singolo imputato.
I reati: omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose, queste le accuse contestate a vario titolo. I pubblici ministeri hanno avanzato in particolare richieste di condanna per ex dirigenti della protezione civile, ex amministratori locali e tecnici.
Il disastro era avvenuto in una zona considerata ad elevato rischio idrogeologico, già colpita in precedenza da calamità franose e alluvionali. Basti pensare che 2 anni prima infatti, nel 2007, dopo un violento temporale, una valanga di fango aveva invaso la zona. Le conseguenze furono danni elevati, fortunatamente senza vittime. Da quel momento molti abitanti denunciarono il pericolo di nuovi crolli. Guido Bertolaso, all’epoca dei fatti Sottosegretario, indicò l’abusivismo edilizio come una delle cause principali della catastrofe. E ancora una volta la storia si ripete, anche se in modalità più violenta, facendo 37 vittime nel 2009.
Così, è stata proposta la pena di 10 anni e mezzo per Salvatore Cocina, ex dirigente della protezione civile regionale mentre 8 anni sono stati sollecitati per Giuseppe Buzzanca, ex sindaco di Messina, 7 anni per Mario Briguglio, ex sindaco di Scaletta Zanclea, 6 anni per Gaspare Sinatra, ex commissario straordinario del Comune di Messina dal 18 ottobre 2007 al 20 giugno; 9 anni per Alberto Pistorio, Giuseppe Rago e Francesco Grasso; 10 anni per Giovanni Arnone e Tiziana Flora Lucchesi, dirigenti della Regione; e 5 anni per Francesco Triolo, Salvatore Di Blasi, Giovanni Garufi, progettisti; Salvatore Cotone geologo e Antonino Savoca e Giovanni Randazzo.
Il processo riprenderà con le repliche del corposo collegio di difesa prima che il collegio entri in camera di consiglio per l’attesa sentenza. Nel processo sono ben 168 le persone offese, compresi il comitato regionale di Legambiente e il Wwf Italia. Nella prossima udienza cominceranno gli interventi degli avvocati.