Una vicenda paradossale ed inverosimile che mai dovrebbe contornare un rettangolo verde, ma che ben sintetizza la ferocia e la sfrontatezza che la criminalità tende ad assumere in relazione alla società civile, affondando le sue luride grinfie anche nelle realtà più insospettabili.
Chiude per intimidazioni la società di calcio femminile a 5 “Sporting Locri”, impegnata nel campionato nazionale di serie A di categoria.
Le minacce sono giunte al presidente della Asd, Ferdinando Armeni, destinatario di messaggi espliciti a lasciare perdere rivolti anche alla sua famiglia e ad altri dirigenti.
E’ stato lo stesso Armeni a denunciare il fatto ai carabinieri e alla Digos che ora indagano per individuare gli autori delle minacce.
“Esprimo la mia vicinanza e quella dell’intero Consiglio regionale della Calabria alla dirigenza, alle atlete, alla comunità locrese ed in particolare al presidente Armeni che quotidianamente si battono per l’affermazione di quei sani valori che da sempre hanno trovato nello sport un messaggero di pace e di fratellanza. A giorni saremo a Locri per incontrare l’intera Società ed il suo presidente”. Queste le parole diramate attraverso una nota dal presidente della commissione regionale contro la ‘ndrangheta, Arturo Bova per esternare la sua solidarietà al presidente Armeni. “Solidarietà allo #SportingLocri. Tutto il mio sostegno affinché, presto, questa bella realtà possa tornare a dare lustro al territorio”. Così su Twitter, il componente della commissione Antimafia, Ernesto Magorno, segretario calabrese del Pd e deputato.
Locri, un paese in provincia di Reggio Calabria, terra di ‘ndrangheta, dove le minacce hanno un significato ben preciso. “Non riusciamo a capire – spiega Armeni – quali interessi ci possano essere da parte di chi vuole ostacolare un’attività sportiva, unica realtà del genere in Calabria. Dal momento che il nostro è solo un hobby, una passione per lo sport calcistico. Non è accettabile che si possa correre il rischio di poter essere colpiti anche nei nostri affetti più cari. Certo, può darsi che si tratti di una bravata, ma davvero non ce la sentiamo di andare avanti come se nulla fosse accaduto”.
“È ora di chiudere questo Sporting Locri. Andate via!”. Questa era la prima minaccia a cui è seguita una seconda, il 23 dicembre, ancora più esplicita: “Forse non siamo stati chiari. Lo Sporting Locri va chiuso”. Un biglietto lasciato in pieno giorno sull’auto di Armeni a cui hanno forato anche una gomma proprio mentre era parcheggiata vicino al suo negozio. “Chiuso per dignità” è l’unica scritta che compare aprendo il sito dell’Asd Sporting Locri che, anche quest’anno, si era ritagliata il “titolo morale” di squadra rivelazione del campionato. Un titolo ancora più meritato se si pensa che, la società è nata appena sei anni fa.
Intanto, la criminalità ha concorso a scrivere una delle pagine più cupe e nere della storia sportiva del nostro Paese.