L’ennesimo caso di malasanità miete una nuova giovane vittima all’ombra del Vesuvio.
Lucia Lettieri, una 45enne che dopo aver accusato dolori al torace e al braccio sinistro, è stata accompagnata dal marito al pronto soccorso. I sintomi lasciano presagire che di tratti di un infarto, ma l’elettrocardiogramma è normale, quindi scongiura questa ipotesi. La donna fa ritorno a casa senza attendere l’esito delle analisi degli enzimi cardiaci e muore dopo qualche ora davanti ai tre figli.
È successo a Casalnuovo, il primo gennaio.
La quarantacinquenne aveva effettuato alcuni controlli alla Clinica dei Fiori di Acerra dove era stata trasportata dal marito Giovanni Marino, segretario regionale del comparto aeronautico della Uil trasporti. Una tragedia che si è consumata in poche ore e sulla quale farà luce la magistratura a cui si sono rivolti i familiari della casalinga.
«C’è stata imperizia o negligenza da parte dei sanitari della Clinica denunciati per questo di omicidio colposo» sostiene il legale della famiglia.
«La signora ha interrotto volontariamente l’iter diagnostico firmando le dimissioni e lasciando il pronto soccorso contro il parere medico», ribatte il direttore sanitario della clinica acerrana, Antonio Vetrella, dopo aver avviato un’indagine interna per verificare eventuali responsabilità.
L’esame autoptico sul corpo della donna è già stato effettuato, ma per stabilire con certezza quali siano state le cause del decesso occorreranno circa due mesi. La cartella clinica su cui sono state registrate tutte le fasi del ricovero è stata sequestrata dai carabinieri su disposizione della Procura di Nola. «Dopo essere stata sottoposta ad un elettrocardiogramma, la signora è stata rassicurata dai sanitari della struttura ed è per questo motivo che è rientrata a casa per accudire i figli, senza attendere l’esito degli enzimi, accertamento richiesto in questi casi dalla scienza medica per escludere patologie cardiache in atto», racconta l’avvocato Madeo. Alla donna sarebbe stato praticato anche un antidolorifico prima di far ritorno a casa. L’esito delle analisi sarebbe stato pronto solo tre ore dopo ed il marito di Lucia si era reso disponibile a ritirarle di persona. Dai risultati è spuntato, successivamente, che i valori degli enzimi cardiaci sarebbero risultati addirittura regolari. «Ma comunque non sono state rispettate le linee guida del pronto soccorso che prevedono due o più analisi nelle 12 ore successive al ricovero ospedaliero per scongiurare con certezza un possibile infarto», ribatte l’avvocato Madeo.
«La mia vita e quella della miei figli è drammaticamente cambiata. Non voglio soldi, ma solo giustizia soprattutto per evitare agli altri le stesse tragedie», spiega Giovanni Marino. Ancora una volta, a finire nell’occhio del ciclone, sono le difficoltà che si vivono sul territorio a causa della mancanza di strutture ospedaliere pubbliche. La clinica Villa dei Fiori, struttura privata con un pronto soccorso convenzionato, è un punto di riferimento nella zona, ma da quando è chiuso il pronto soccorso di Frattamaggiore, in seguito ai danni provocati da un allagamento due mesi fa, la struttura di Acerra è praticamente presa d’assalto dai residenti nei comuni della fascia rimasta scoperta dal servizio. Decuplicate le richieste di prestazioni e anche i medici sono sotto particolare tensione.
Non è una giustificazione né un’attenuante, ma solo l’ennesima e triste istantanea che immortala l’attuale condizione della sanità campana.