Il governo Gentiloni, il numero 64 della storia repubblicana, è ufficialmente nato. Il presidente del consiglio incaricato ha sciolto la riserva e ha comunicato la lista dei ministri che lo affiancheranno nell’esecutivo.
Il giuramento nelle mani del presidente della Repubblica è iniziato puntualmente alle 20. Nella giornata di domani, martedì 13 dicembre, sono previsti i voti di fiducia alla Camera e al Senato, ma dopo il giuramento il governo è già nella pienezza dei suoi poteri.
Molte le conferme di ministri del governo Renzi: Pier Carlo Padoan all’Economia, Andrea Orlando alla Giustizia, Roberta Pinotti alla Difesa, Carlo Calenda allo Sviluppo Economico, Maurizio Martina alle Politiche Agricole, Gianluca Galletti all’Ambiente, Graziano Delrio ai trasporti, Beatrice Lorenzin alla Salute, Enrico Costa agli Affari Regionali, Dario Franceschini ai Beni Culturali, Marianna Madia alla semplificazione e pubblica amministrazione, Giuliano Poletti al Lavoro. Tra le novità il passaggio di Angelino Alfano dall’Interno agli Esteri, l’arrivo al Viminale di Marco Minniti, la nomina di Valeria Fedeli all’Istruzione e di Anna Finocchiaro ai Rapporti con il Parlamento. Diventano ministri i sottosegretari Luca Lotti, con delega allo Sport (prima era una delle competenze di Delrio), e Claudio De Vincenti, con delega alla Coesione Territoriale e al Mezzogiorno, mentre Maria Elena Boschi entra nello staff di Palazzo Chigi come sottosegretario con il ruolo di segretario del Consiglio dei ministri (ruolo che prima era di De Vincenti).
Sono dunque 19, oltre al presidente Gentiloni, i membri del nuovo Consiglio dei Ministri, tra cui 5 new entry (che portano il totale a +3 rispetto al precedente per effetto delle fuoriuscite di Giannini e Boschi), anche se solo Anna Finocchiaro e Valeria Fedeli erano completamente avulse anche dalle poltrone di sottogoverno. Le donne sono complessivamente 6. Nel governo Renzi erano otto, anche se poi tre – Maria Carmela Lanzetta, Federica Mogherini e Federica Guidi – avevano lasciato l’incarico (per vicende diverse) ed erano state sostituite da uomini o non sostituite. L’età media si alza leggermente: tolti i ministri riconfermati, infatti, escono un 40 enne (Renzi), una 35enne (Boschi) e una 56enne (Giannini) ed entrano al loro posto un 62enne (Gentiloni), una 61enne (Finocchiaro) e una 67enne (Fedeli). Quanto agli altri 3 nuovi ingressi, Claudio De Vincenti di anni ne ha 68, Marco Minniti 60 e Luca Lotti 34.
Secondo Giulia Grillo del Movimento 5 stelle (M5s) il governo guidato dal presidente del consiglio incaricato Paolo Gentiloni è illegittimo, in quanto nominato senza che si sia tenuto conto della volontà popolare emersa dal referendum. Molti dirigenti del Movimento 5 stelle e della Lega nord hanno espresso lo stesso concetto nelle ultime ore, mentre prendeva corpo l’ipotesi della nomina di Paolo Gentiloni a presidente del consiglio. Ma questa affermazione è fondata? Che cosa prevede la costituzione?
L’Italia è una repubblica parlamentare, non presidenziale: gli elettori non scelgono direttamente il presidente del consiglio, ma eleggono a suffragio universale i loro rappresentanti in parlamento, che a loro volta formano dei gruppi parlamentari. Sono poi questi gruppi che danno vita a delle coalizioni e a delle maggioranze, e danno poi la fiducia al governo. In base all’articolo 92 della costituzione, valutati gli equilibri parlamentari e le maggioranze, il presidente della repubblica nomina il presidente del consiglio e gli chiede di formare un governo. Quando il presidente della repubblica incontra i rappresentanti dei gruppi parlamentari, durante le consultazioni, valuta quale sia la maggioranza in parlamento e l’eventuale sostegno che il governo e il presidente del consiglio incaricato potranno avere durante il loro mandato.
«Incredibile. Domenica scorsa 32 milioni di italiani hanno votato per scegliere la loro Costituzione e la maggioranza ha bocciato Renzi. Oggi il PD, Mattarella e Napolitano si inventano il quarto Premier non eletto da nessuno, la fotocopia sfigata e inutile di Renzi. Questi ci prendono per il c..o! Noi non ci arrendiamo, daremo battaglia a questa cricca. #votosubito», commenta il segretario della Lega Nord Matteo Salvini che conferma la manifestazione di piazza per il 17 e il 18 dicembre prossimi.
«Stiamo con i cittadini, non con i voltagabbana», scrive in un tweet Beppe Grillo rimandando al un post sul blog di Luigi Di Maio – che lo stesso Di Maio aveva lanciato anche sul suo profilo Facebook. «Gentiloni arriva a Palazzo Chigi come se nulla fosse, come se questa richiesta dei cittadini di incidere nelle scelte politiche non esistesse. Gentiloni è il prestanome di Renzi che gli tiene la sedia calda», attacca Di Maio a In mezz’ora su Raitre. «Non cambierà mai nulla finché non si ridarà la parola ai cittadini italiani con il voto. È un governo che non possiamo pensare faccia qualcosa di buono», spiega.
«La prossima legge elettorale fatta da un Parlamento la dovrà fare un parlamento eletto dal popolo. L’idea di un tavolo sulla legge elettorale è finita. L’idea di aprire nuovamente il vaso di Pandora è solo una scusa per prender tempo, per arrivare fino al 2018». E ribadisce: «Proponiamo che la legge della Camera come esce dal vaglio della Consulta, si applichi anche al Senato su base regionale».
«Ricorderemo a questo governo che è illegittimo, che si basa sul tradimento degli elettori. Non parliamo di collaborazione, parliamo di mobilitazione, di manifestare contro questo governo in maniera pacifica» nelle forme «che saranno decise nelle prossime ore». Di Maio conferma l’Aventino del M5S: «Non abbiamo intenzione di votare né la fiducia né il No al governo Gentiloni che è frutto di una manovra di palazzo».