All’indomani dell’ennesimo maxi-blitz che ha portato all’arresto di 85 persone e che ha consentito di sgominare un mercato della droga che vedeva la partecipazione attiva di interi nuclei familiari, bambini inclusi, si riaccendono i riflettori sul Rione Traiano, una delle porzioni della periferia occidentale di Napoli più martoriate dalla camorra.
Il rione di Davide Bifolco, delle stese di camorra che, lo scorso anno, si sono alternate per intere settimane con un sequenza impressionante, oltre che uno dei luoghi-simbolo della criminalità organizzata napoletana, dove imperversa l’insorgenza di agguati di camorra per la contesa dell’egemonia sul territorio tra clan rivali, oltre che uno dei quartieri in cui si registra una massiccia presenza di piazze di spaccio. La palazzina-bunker ricavata abusivamente in uno dei sottoscala delle case popolari, rappresenta solo una delle tante realtà di una zona in cui intere famiglie si guadagnano da vivere grazie al business della droga.
Soccavo, il Rione Traiano: fette di realtà di una Napoli che legittimano il “mito-Gomorra” e che agli occhi dell’opinione pubblica appaiono come terre di nessuno strette nella morsa della camorra.
Uno scenario che allarma, spaventa, suggestiona e che rischia di creare un isolamento pericoloso per la tutela e la salvaguardia della normalità che, nonostante tutto, esiste e persiste anche in quel contesto.
Non ci sta il maestro pizzaiolo Errico Porzio, proprietario della pizzeria Porzio, situata proprio a Soccavo. Negli anni, Porzio ha saputo e voluto imporre una realtà diversa tra le strade di Soccavo e, oggi, la sua pizzeria è uno dei luoghi di ristoro più in auge, non solo della periferia occidentale partenopea, ma dell’intera Campania.
Errico, un ragazzo di Soccavo, nato e cresciuto in quel quartiere, ha saputo affermarsi, sporcandosi le mani di farina, onestà e sacrifici, scegliendo di restare per intraprendere una sfida coraggiosa che ha saputo vincere, riuscendo ad abbattere prima i pregiudizi e poi le difficoltà legate al momento storico che l’intero pianeta sta attraversando e che è capace di sortire danni e ripercussioni sia sulla micro che sulla macroeconomia.
Errico ha conquistato una solida e rispettabile fama, anche grazie alle pizze raffiguranti le effigie dei personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo: da Maradona, omaggiato lo scorso anno in collegamento video, ai personaggi di Made in Sud e di “Un posto al sole”, senza dimenticare Sal Da Vinci e tantissimi ex calciatori azzurri.
Porzio ha così creato, all’interno di quello stesso quartiere “difficile”, un polo d’attrattiva capace di richiamare vip, personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo, oltre che centinaia di palati da sfamare che sopraggiungono perfino da altre regioni per assaggiare le pizze divenute celebri grazie ai video e alle foto che le ritraggono sui social network.
L’opinione pubblica mostra, pertanto, una capacità critica più che ammirevole, capace di scalzare i pregiudizi pur di premiare il buon cibo. Eppure, non basta.
Ne è consapevole il maestro pizzaiolo Errico Porzio: “È inutile negare che il fenomeno della criminalità esiste a Soccavo, come in altre periferie e luoghi del centro storico di Napoli. È sbagliato discriminare un intero quartiere. – spiega il pizzaiolo di Soccavo – Gli arresti maturati qualche giorno fa hanno generato un forte calderone di polemiche, si invoca l’intervento dello Stato e l’attuazione di piani d’intervento speciali per arginare il fenomeno della criminalità a Napoli ed è quello che da abitante di questa città e di questo quartiere mi auguro, però, questo “effetto-panico” rischia di spaventare la gente. Ci tengo a rassicurare tutti: Soccavo non è il far west e venire a mangiare una pizza nel mio locale non significa rischiare la vita. Non mi sembra giusto che si generalizzi e che si instauri un clima di terrore, ancora più pericoloso per chi vive in questo quartiere, perché rischia di isolarci. A Soccavo, come in tutte le periferie dilaniate dalla camorra, vivono e lavorano un sacco di persone oneste e la mia pizzeria rappresenta sicuramente una dimostrazione lampante di questa realtà, fatta di gente pulita e desiderosa di vivere una vita dignitosa e serena.”
Il pizzaiolo, da sempre impegnato nel sociale e in più di una circostanza testimonial di iniziative benefiche, rivolge un pensiero al salumiere della Duchesca che nelle settimane scorse è finito sotto le luci dei riflettori, in seguito ad una denuncia pubblica diramata attraverso i microfoni del programma di Raitre “Chi l’ha visto?”: “Mi ha molto colpito il coraggio di Ciro Scarciello, il salumiere della Duchesca che in seguito alla sparatoria avvenuta ormai un mese fa a Forcella, ha puntato il dito contro l’assenza dello Stato e delle istituzioni e per questo è stato isolato da chi non si augura di veder cambiare le cose. Fa specie che un salumiere, un pizzaiolo, debbano raccontare delle ovvietà che sono sotto gli occhi di tutti, ma che tutti, compresi quelli che siedono sulle poltrone che contano, fingono di non vedere. Allo stesso modo, io faccio mio il suo appello e lo rilancio: c’è bisogno di più presenza da parte dello Stato, ma allo stesso modo c’è bisogno di più supporto ai commercianti e agli imprenditori coraggiosi che scelgono di restare, invece di cercare fortuna all’estero, investendo in questi territori dove, oltre alla crisi, l’economia viene divorata anche da altri problemi.”