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“Gli effetti degli incendi sul Vesuvio su chi odia Napoli”: insulti ed esultanze impazzano sul web

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
14 Luglio, 2017
in In evidenza
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Il Vesuvio brucia ancora
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19885895_10213519300086876_1986738571_o Mentre i vigili del fuoco, la protezione civile, i volontari e perfino i militari dell’esercito sono impegnati per tamponare le plurime emergenze insorte in seguito all’appiccamento doloso e contemporaneo di almeno 8 focolai incendiari nell’area vesuviana, i “non simpatizzanti” della società meridionale, non perdono l’occasione per riversare odio ed insulti sul popolo partenopeo.

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Così come accaduto all’indomani del tragico crollo della palazzina di Torre Annunziata, avvenuto all’alba di venerdì 7 luglio, in cui hanno perso la vita 8 persone, anche le difficoltà correlate all’emergenza incendi nel vesuviano stanno suscitando “l’ilarità e l’ovazione” del web.

“Un popolo idiota che si sono prima avvelenati con i rifiuti e adesso cercano di bruciarsi vivi”: vengono descritte così, le persone che, per mano della camorra, sono costrette a vivere nel disastro ambientale arrecato prima dalle ecomafie e poi dai recenti raid incendiari.

“Io spero in un terremoto, questo popolo non è degno di vivere in una società civile come questa”: si legge ancora in uno dei tanti post pubblicati su facebook, in coda agli articoli di cronaca che raccontano le difficoltà che si respirano ai piedi del Vesuvio in queste ore e soprattutto sui gruppi “anti-meridionali” che inneggiano alla violenza di genere e che, inspiegabilmente, i moderatori del celeberrimo social network ancora non hanno provveduto ad oscurare.

20068198_10213720906286623_636285635_n In relazione alla natura degli incendi, un altro utente scrive: “Sono gli stessi napoletani residenti lì, che aspetta che il Vesuvio erutta e non erutta mai, per farsi dare una bella casa nuova altrove, hanno pensato bene di inventarsi quest’incendio”. È evidente che l’autore di questo pensiero non è mai stato in visita nelle aree colpite dagli incendi. Diversamente, saprebbe che in nessun’altra realtà al mondo, quei cittadini che stanno difendendo e salvaguardando le loro case con le unghie e con i denti, potrebbero vedersi corrispondere un alloggio migliore. Ville, in molti casi, ma anche abitazioni piuttosto grandi ed accessoriate, con una vista panoramica impagabile, nel ventre di una terra che amano profondamente: non ci sono baracche o campi nomadi, né palazzi fatiscenti e degradati, nessuno dei residenti in zona sta esultando né palesano felicità per quello che sta accadendo, nessuno invoca un nuovo alloggio, nessuno vuole andare via da lì, perché quella è casa loro.

Inutile menzionare le preghiere rivolte al Vesuvio, al quale si chiede di ultimare l’opera attraverso l’uso di epiteti e frasi piuttosto forti e violente.

Cosa fare al cospetto di questo genere di commenti?

Piuttosto che alimentare il linguaggio dell’odio e rincarare la dose trascendono in botta e risposta pregni di insulti, appare ben più opportuno e risolutivo segnalare profili, pagine e contenuti agli amministratori dei social, affinché provvedano a rimuovere i contenuti, chiudere gli account e le pagine “sospette”.

Di certo, uno degli aspetti più macabri e surreali della vicenda sono i “fake”: profili falsi creati ad arte dagli utenti solo per diffondere odio razziale ed inneggiare alla violenza e alla discriminazione. Un forte segnale di squilibrio, che riflette turbe e disagi di una frangia sociale sempre più distorta e malata.

Tags: abitazionicasediscriminazine territorialeEmergenza incendiemergenza vesuviofakeincendi sul vesuvionapoliprovincia di napolirazzismosocial networkVesuvio
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